Gradimento Medio-alto
ma non lo rileggerei

Borders no Borders

scritto da Facchini Giuliana
  • Pubblicato nel 2022-2023
  • Edito da Sinnos
  • 673 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 18 marzo 2024
Borders (2022) e No Borders (2023) sono due romanzi che sviluppano la stessa storia e vanno letti e recensiti insieme. Il comune filo conduttore può essere identificato in uno dei tanti riferimenti letterari presenti nei due libri: il racconto "I sette messaggeri" di Dino Buzzati. Il principe, partito a esplorare il regno di suo padre, dopo anni di viaggio, riconosce che << non esiste, io sospetto, frontiera. (...) Non ci sono muraglie di separazione, né valli divisorie, né montagne che chiudano il passo. Probabilmente varcherò il limite senza accorgermene neppure, e continuerò ad andare avanti, ignaro>> (vedi la recensione dei Sessanta Racconti di Buzzati in questo sito). I confini sono quelli tra i popoli così come le barriere che creiamo tra di noi. Dopo un' epidemia scatenata dalla rivolta dell'ambiente contro lo sfruttamento dell'uomo, i sopravvissuti si sono costruiti una città tecnologica, chiusa tra alte mura e circondata da un vasto deserto di cemento. In questa metropoli, chiamata Magnolia per evocare la crudeltà della Natura, <<il passato è stato cancellato e così la letteratura del passato. (...) A Magnolia c'è solo una versione della nostra storia! Con cibo e assistenza premurosa hanno fatto diventare i cittadini dei servi fedeli incapaci di pensare! (...) tutto è ecosostenibile, riciclabile e interconnesso, dove la società civile è soddisfatta e la gioventù è forte delle proprie credenze, sprezzante delle antiche credenze>>. In questo mondo dove è vietata l'Utopia, continua a vivere un' anziana poetessa, che ha assunto il nome metaforico  di Olmo. Ha adottato quattro ragazzi. Hanno i nomi di dimenticati scrittori: Lindgren è una ragazza di colore, dai tanti capelli cespugliosi, e come Pippi Calzelunghe guarda il mondo dal suo punto di vista, volitiva e testarda; Dickens, come lo scrittore inglese, è un grande affabulatore <<ma è così affascinante che te ne dimentichi>>; Alcott, come l'autrice di "piccole donne", <<è così serio, sempre pensieroso eppure sempre disponibile ad ascoltare>>; Verne <<vede oltre>>, capace di prefigurare il futuro in sintonia con gli animali e le piante. Tra i quattro c'è una forte fratellanza: sono cresciuti insieme, si sentono diversi rispetto ai coetanei e li guida Olmo, cantora di un mondo differente, di una Terra rigenerata a nuova vita, che  lei è convinta che ci sia ancora da qualche parte . E così quando Olmo li invita a lasciare Magnolia senza di lei, i ragazzi  si sentono abbandonati. <<Vuoi fare di noi degli esploratori! In fondo a noi non tiene nessuno. Non valiamo nulla>>. Poi, capiscono che sono << i figli di Olmo, (...) Magnolia non può accettare la presenza di quattro giovani con la forza e il potere di Olmo. (...) Certo, hanno immagazzinato tutte le sue conoscenze , ma saprebbero usarle?>>. Come la protagonista del film "Povere Creature", che deve all'allontanarsi dal suo creatore per appropriarsi da sola del mondo, così i figli di Olmo sentono che devono andarsene. E' tempo di superare i confini, di andare verso l'ignoto, ripetendo un viaggio che hanno già intrapreso i grandi esploratori, e, più indietro ancora, gli Argonauti: la ricerca di una Terra Promessa, il perseguimento di un' Utopia. Lindgren, Dickens, Alcott e Verne abbandonano la sicurezza di Magnolia e si mettono sulla strada, come il padre e il figlio in "The Road" di Comac McCarthy (vedi recensione in questo sito); li aspetta una realtà desolata e mortifera prima, e poi una natura lussureggiante e selvaggia che si è riappropriata del pianeta; e infine una comunità di donne e uomini che cercano disperatamente di custodire il passato, per esempio i libri, pur in una vita regredita a livelli primitivi, mancando della tecnologia e della scienza.  Che cosa è meglio? La città super avanzata dove tutto è regolato e non esistono più le malattie, oppure tornare ai primordi dell'umanità, quando ci si batteva per sopravvivere e garantire la riproduzione della specie? E' qui l'Utopia: lottare per un mondo dove si realizzi l'equilibrio tra Tecnologia e Natura, tra Progresso e Libertà, e dove la Poesia possa tornare a essere la forza propulsiva dell'Umanità.  

Accanto alla "Grande Storia" in cui si contendono le fondamentali forze materiali e ideali, c'è anche la vicenda dei quattro giovani. Uscire dall'ala protettiva di Olmo e di Magnolia li porta a incontrare altri giovani e a incrinare in tal modo i rapporti di fratellanza. Lindgreen scopre lentamente di essersi innamorata proprio del nipote del Dittatore di Magnolia, ma a differenza del Corsaro Nero (vedi recensione in questo sito) supera le barriere in un percorso graduale di crescente fiducia; Alcott incontra una giovane, che <<cammina dritta come una regina, (...) usa parole insolite, (...) allevata dai personaggi dei suoi romanzi>> custoditi nella grande biblioteca del Faro dove vive in solitudine; Dickens si innamora, non sa perché, di una ragazza, che vuole vivere a Magnolia, là dove le donne non sono costrette a fare figli, come nel suo villaggio primitivo; ed infine Verne trovanella società tornata primitiva quel rapporto di amore con gli animali che ha sempre desiderato. Dapprima, gli intrusi sono accolti con diffidenza, rischiano di rompere la fratellanza, poi, l'affetto, la voglia di aiutarsi, la comprensione dell'altro li conducono a evolversi da gruppo chiuso a comunità aperta, dove i confini sono labili e in continuo movimento. Come dice il personaggio di Dino Buzzati, <<Una speranza nuova mi trarrà  domattina ancora più avanti...>>.

Non bisogna pensare che sia un romanzo di prevalenti disgressioni filosofiche. Il racconto è ricco di avventure, anche se prevale una dimensione lirica che sopravanza sempre la trama. La struttura narrativa è simile a quella di "The Road"; brevi capoversi quasi sé stanti, occasioni di descrizioni suggestive della natura e di approfondimenti psicologici dei personaggi, analisi peraltro sempre sospese; i colloqui, molto ben costruiti, sono alternati da rappresentazioni dettagliate ma fantastiche dell'ambiente: si pensi, al fascino del Faro sulla costa della Bretagna, uno dei momenti più intensi dell'intero romanzo. La scrittrice non riesce a creare colpi di scena, svolte drammatiche o momenti di vera tensione. Forse è un libro più rivolto agli adulti che agli adolescenti.

Perché leggerlo? Piacevole, interessante, bella la figura di Lindgren.

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