Un cantante lirico racconta un sogno nel quale ha ripercorso una storia dʼamore: alcuni anni prima ha conosciuto e frequentato a Madrid una coppia: la moglie di un importante uomo di affari e il suo accompagnatore.
Il cantante si era innamorato della donna, il cui marito si era poi ucciso per disperazione.
Mentre scrive i contenuti del sogno gli giunge la notizia della morte accidentale della sua ex fidanzata.
L’espediente del sogno raccontato sembra voler ricreare quel contesto di incantamento, presente con maggiore forza nell’altro romanzo dell’autore, appena recensito.
In realtà l’autore ha inteso raccontare una storia dʼamore per dimostrare come il sentimento "richieda sempre qualche cosa di fittizio oltre a ciò che gli procura la realtà.
L’amore si basa in grande misura sulla sua anticipazione e sulla sua memoria".
Da questo punto di vista il vero protagonista è il marito, che non ha optato per la realtà ma vive nell’aspirazione e quindi in unʼaspettativa dʼamore, costituita dall’accettazione da parte della moglie del suo affetto e passione.
Non so perché ma il libro mi ricorda una trama pirandelliana, in quanto emerge l’impressione che la realtà non sia quella che appare ma è come si vorrebbe che fosse e la disperazione nasce proprio nel momento in cui ci si accorge della profonda diversità tra realtà e immaginazione.
I vari protagonisti, la moglie, l’accompagnatore, il marito e la stessa ex fidanzata (che da viva non aveva importanza e la assume per la sua morte) sono analoghi ai sei personaggi in cerca dʼautore di Pirandello.
Stanno cercando di uscire dall’irrealtà mediante il cantante lirico, che appare un soggetto passivo della vicenda, che subisce i fatti in realtà scatenandoli.
La passività con la quale il cantante accetta l’abbandono da parte della donna vuole forse indicare la prosaicità della realtà rispetto alla profondità e vitalità dell’immaginazione? Il libro è scritto molto bene ma è di minore spessore, anche stilistico, rispetto al precedente.