The bottle imp, in italiano il diavoletto nella bottiglia, è un breve racconto, che gravita intorno al rapporto ambiguo dellʼuomo verso il male.
Keawe, il protagonista, " era un uomo povero, coraggioso e laborioso; sapeva leggere e scrivere come un maestro di scuola ed era inoltre un marinaio di primʼordine".
Un giorno, a San Francisco, si ferma ad ammirare una splendida casa.
Quando Keawe esprime il suo desiderio di avere una casa simile, il padrone gli dice che tutta la sua fortuna ha avuto origine in una bottiglia, nella quale vive un diavoletto.
Chiunque acquista questa bottiglia vedrà esauditi tutti i suoi desideri.
Ci sono tuttavia degli inconvenienti: si va allʼinferno se si muore avendo in possesso ancora la bottiglia e si deve vendere la bottiglia sempre ad un prezzo più basso del costo di acquisto.
Keawe è combattutto ma alla fine accetta di comprare la bottiglia per cinquanta dollari.
Rapidamente la sua vita cambia radicalmente: diviene un uomo ricco e si può permettere una bellissima casa.
Riesce a vendere la bottiglia e quindi può vivere tranquillo e felice, anche perché nel frattempo si è innamorato di una giovane, Kokua, che ha intenzione di sposare.
Un giorno, però, scopre di avere la lebbra e decide di cercare di nuovo la bottiglia per farsi guarire dal diavoletto.
Inizia, quindi, una ricerca che lo porta a scoprire che il prezzo della bottiglia è continuamente in calo, sino a valere solo due centesimi.
Ma allora si deve acquistare la bottiglia a un centesimo, e poi come venderla, visto che il centesimo è la moneta disponibile più piccola ? Keawe la compra comunque e si sposa con Kokua, ma non è felice perché sa, che , quando morirà, andrà allʼinferno.
Una volta conosciuto il terribile segreto, Kokua decide di comprare lei, di nascosto, la bottiglia con un abile espediente: va in un isola appartenente alla Francia, dove sono previste monete di valore inferiore al centesimo.
Aver ceduto al male ha creato una sorta di " catena di SantʼAntonio alla rovescia", che ha generato altro male al punto tale che i due innamorati si sono attorcigliati in un paradossale corto circuito, dove la felicità dellʼuno è la fonte del dolore dellʼaltro.
Poi, come in una bella favola, cʼè il lieto fine: Keawe riesce a vendere la bottiglia ad un ubriacone e se ne libera per sempre.
Il racconto rispecchia la struttura di una favola ( la presentazione della situazione iniziale, lʼeroe che affronta le difficoltà sino a riuscire a superarle) e ha anche le caratteristiche di una narrazione marinara, in quanto si svolge tra navi e città del Sud.
Lʼidea di fondo è tuttavia la rappresentazione del percorso del male, tutto giocato sulla sua progressiva perdita di valore.
Come dire ? Più si vive nel male e sempre più ci si abitua al punto che il diavoletto vale sempre meno.
Perché leggerlo ? È scritto molto bene, anche se talvolta ripetitivo, ma soprattutto è attuale la morale alla base del racconto.
In questi anni gli italiani hanno accettato via via comportamenti sempre più illegali, immorali e volgari, i cui prezzi sono sempre più bassi perché ormai fanno parte del sentire comune.
Attenzione ! Non cʼè fine al peggio.