Amedeo Consonni, il protagonista del romanzo, è in pensione da molti anni e vive a Milano in una casa di ringhiera, costruita all'inizio del Novecento intorno ad una corte rettangolare e dove oggi ci sono venti alloggi. E' un "curioso microcosmo" con testimonianze di architettura industriale, oggi fortemente deteriorate: stucchi cadenti, intonaci fatiscenti, infissi, tradizionalmente di legno ed oggi sostituiti da altri di alluminio anodizzato, color argento e color ottone, per non parlare delle numerose parabole TV installate sulla ringhiera, che danno un senso di "miseria "globalizzata". In apparenza la vita di Consonni è quella tipica di un vedovo in pensione: riassettare ogni giorno il piccolo e confortevole alloggio, andare al supermercato e prepararsi i pasti da solo, leggere il giornale con un sonnellino al pomeriggio, scambiare qualche parola con i vicini, e il martedì e giovedì prendersi cura del nipotino. Ma Consonni ha uno strano hobby: ama collezionare notizie sui crimini prendendo dai giornali qualsiasi articolo concernente assassinii e archiviando questi ritagli in raccoglitori perfettamente ordinati per delitto. Nel tempo ha cominciato a investigare sul campo all'insaputa della polizia. Oltre al passatempo di Consonni, un po' perverso ma innocuo, Regami descrive gli altri abitanti della casa di ringhiera: in particolare una famiglia di quattro persone (padre, madre e due ragazzi), dove l'uomo è spesso ubriaco e violento, la strana e rumorosa coppia di vicini, l'ottantenne follemente dedito alla sua vecchia auto. Dalla lettura del dettagliato ed affascinante quadro di questo "microcosmo" si potrebbe pensare che siamo dinanzi ad un romanzo di costume nel quale la trama poliziesca è solo un espediente; è intrigante l'indagine di Consonni su un recente crimine, feroce e misterioso, ma il racconto sembrerebbe più finalizzato a descrivere il personaggio che a offrirci suspense e intrigo come dovrebbe fare un romanzo noir. Quando, d'improvviso, l'uccisione di un'inquilina dà inizio ad una serie sconvolgente e sorprendente di eventi, coinvolgendo gli abitanti del nostro microcosmo. Senza svelare la fine, un vero colpo di scena, possiamo dire che lo svolgimento degli avvenimenti conferma come noi italiani, tutti anche i bambini, abbiamo, o pensiamo di avere, qualcosa da nascondere e comunque non vogliamo dire nulla alla polizia.
Ho letto la novella "tutto di un fiato". Nella prima parte mi ha affascinato l'ambiente fisico e sociale della casa di ringhiera, quasi fuori dal tempo: si pensi alla minuta descrizione dell'appartamento di Consonni con le sue tappezzerie ottocentesche, o alle rivalità e ai piccoli sgarbi per parcheggiare nel cortile. Nella seconda parte il ritmo narrativo prende velocità e non possiamo abbandonare il libro, perché ansiosi di leggere l'episodio successivo. La narrazione è scandita da cenni sospesi di colpi di scena, abilmente costruiti così da alimentare il desiderio di andare avanti, come in un romanzo d'appendice. La scrittura è raffinata e riesce a mescolare il linguaggio comune con modi di dire dialettali, creando in tal modo l'atmosfera nostalgica che pervade il racconto. E' un piccolo gioiello che unisce costume con noir, insieme a un lessico piacevole e a una bella costruzione sintattica.
Perché leggerlo? E' intrigante e ben scritto.