Paul Krugman, un economista americano Premio Nobel, inizia il suo recente libro ( " End this depression now"), ricordando come la disoccupazione sia " un immenso disastro umano" non solo per le difficoltà finanziarie che ne derivano, ma perché possono essere devastanti gli effetti sulla propria dignità, sullʼauto rispetto, sul senso di controllo della propria vita.
Ci si sente non più protagonisti e subentra un profondo disagio che nasce, come dice lʼautore di American Rust, " dalla pena di vedere il mondo cambiare senza te".
Con questo romanzo lʼautore si è posto, appunto, questo scopo: narrare la deindustrializzazione di una città siderurgica attraverso gli occhi delle vittime, non tanto dei lavoratori che si sono trovati disoccupati, quanto dei loro figli, che hanno perso quellʼancoraggio sociale e psicologico che era stato dei loro padri.
I protagonisti del libro sono due giovani, Isaac e Poe.
Il primo, intelligente e sognatore, è figlio di un tecnico in pensione, che, dopo aver lavorato per molti anni in stabilimenti siderurgici, è oggi ridotto in una sedia a rotelle a seguito di un grave incidente di lavoro.
Isaac ha rinunciato alle proprie aspirazioni (vorrebbe diventare un astrofisico) per assistere il padre mentre la sorella, altrettanto brillante intellettualmente, ha rotto con il passato, lasciando la città e diventando un avvocato di successo.
Poe, invece, è stato un eroe a suo tempo, campione di football, ma si è ridotto a vivacchiare a carico della madre, una povera donna che vive in un caravan e mantiene la famiglia con un lavoro precario, presso una piccola sartoria.
Il contesto è il declino di una città industriale, dipinto dallʼautore con tinte fosche, ma senza nostalgia, con descrizioni che mettono risalto la rovina delle fabbriche e degli edifici insieme con la riconquista da parte della natura di uno spazio non più dominato dallʼuomo.
" La fabbrica era stata una piccola città...
adesso stava come una antica rovina, le sue strutture sommerse da viti selvatiche....
le impronte di cervi e coyote attraversavano i terreni: cʼerano soltanto i segni umani di occasionali occupanti".
Riaffiora un tema caro alla letteratura americana, anche quella contemporanea: il mito della natura selvaggia, di una società rurale, dove lʼuomo trova da sé, in piena libertà ed autonomia, i mezzi di sopravvivenza.
Isaac ruba i risparmi del padre e decide di fuggire per inseguire i propri sogni, finalmente libero del passato.
Prima di partire, si incontra con Poe, il suo migliore amico, che a suo tempo gli ha salvato la vita sventando un suo tentativo di suicidio.
Decidono di passare lʼultima notte insieme in una fabbrica abbandonata.
Ma qui si imbattono in un gruppo di teppisti, che Poe provoca con la solita sventatezza.
Per salvare lʼamico, che rischia di essere assassinato o pesantemente picchiato, Isaac uccide uno degli aggressori.
I due giovani si danno alla fuga.
Poe viene accusato dellʼomicidio mentre Isaac fugge a piedi verso la California.
Le vicende dei due giovani si dividono, senza che lʼuno e lʼaltro ne conoscono gli sviluppi, ma entrambi subiscono la violenza di una società in disgregazione.
Poe conosce la legge spietata del carcere, che non accetta che non si appartenga ad un clan e viene, per questo, aggredito e ridotto in fin di vita.
Isaac, ingenuo e fragile, subisce la violenza della strada, viene ingannato, derubato e costretto, a sua volta, a rubare per sopravvivere.
A Poe basterebbe dire la verità, che è stato Isaac ad uccidere, ma non lo fa perché si sente colpevole di quanto avvenuto e soprattutto sa che lʼamico non sopravviverebbe alla vita della prigione.
Isaac, a sua volta, capisce che la fuga non è la soluzione: deve ritornare e confessare il delitto,e soprattutto deve vivere laddove ha le sue radici.
Lʼamicizia è il tema centrale del libro: essa è, infatti, il legame profondo che unisce i due giovani, così come i personaggi minori del romanzo, e li difende dalla disgregazione della società.
Perché Poe non preferisce denunciare lʼamico, piuttosto che subire la violenza del carcere ? Perché Isaac ritorna per denunciarsi, quando può fuggire in California ? Dal punto di vista della dominante razionalità economica ( basata sulla teoria della ricerca dellʼinteresse individuale), il loro comportamento è irrazionale, inspiegabile, ma è invece la forza originaria che tiene insieme la società.
Scavando in profondità nellʼimpatto tra declino economico e relazioni umane, lʼautore scandaglia i meccanismi interiori della mente umana in una fase di disgregazione sociale, trovando una base solida nei legami tra gli individui.
Ma ciò ci dà speranza per il futuro ?
La narrazione viene portata avanti utilizzando un espediente letterario.
Ciascuno dei protagonisti racconta la propria storia, con capitoli dedicati, la cui successione non segue apparentemente un ordine ma appare casuale.
Di conseguenza, la trama complessiva è a conoscenza solo del lettore, che deve crearsi una propria visione dʼinsieme.
Questo approccio, senza dubbio raffinato sotto il profilo letterario, chiede troppo al lettore.
Orfani di una guida, ci si perde nelle analisi, spesso un pò troppo intellettualistiche e introspettive, dei personaggi.
Tutto resta come sospeso, accennato, senza avvincere il lettore, senza catturarlo.
Dʼaltra parte il romanzo è povero di azione, per cui solo lʼintrospezione psicologica dei personaggi e lʼanalisi delle loro relazioni potrebbero essere elementi di interesse.
Ma è proprio ciò che non si conclude, in quanto lʼapprofondimento dei meccanismi interiori della mente sembra essere senza fine, senza uno sviluppo definitivo.
Se lʼautore non vuole essere pervasivo e invadente, come il grande Dostoevskij, non riesce, o non vuole, diramare le vicende sino a portarle ad una conclusione, come fa magistralmente lo scrittore russo.
Di conseguenza, la lentezza e la povertà della trama rendono il romanzo noioso e pesante.
Perché non leggerlo ? È noioso.