Siamo dinanzi ad uno dei romanzi più stupefacenti di Salgari.
Le vicende di Capitan Tempesta sono ambientate nel 1571 durante la conquista da parte dei turchi dellʼisola di Cipro, sino allora in mano a Venezia.
Ma chi è Capitan Tempesta ? " Era un giovane bellissimo, anzi troppo bello per essere un guerriero, un pò alto, snello, di forme eleganti, con due occhi nerissimi che parevano due carbonchi, una bocca da fanciulla con dei dentini superbi...
nellʼinsieme sembrava più una graziosissima fanciulla che un capitano di ventura".
Già questa presentazione di Salgari introduce il motivo di fondo del romanzo: il travestimento di una splendida dama napoletana, alla ricerca del fidanzato, fatto prigioniero.
La trama si svolge intorno allʼambiguità di Capitan Tempesta.
Abile spadaccino e valoroso combattente, egli/ella vince in duello i migliori avversari, cristiani e turchi, che cadono poi innamorati della coraggiosa fanciulla.
Dopo aver combattuto nella difesa di Famagosta e aver sconfitto in tenzone uno dei più famosi guerrieri dellʼesercito saraceno, il Leone di Damasco, Capitan Tempesta corre al castello dʼUssif, dove è recluso lʼamato fidanzato.
Con astuti sotterfugi riesce ad entrare nelle grazie della crudele Haradja, che si infatua del bellissimo giovane, non conoscendone la vera natura.
Capitan Tempesta riesce a liberare il fidanzato, fugge per mare ma viene raggiunta e catturata dopo una salgariana battaglia navale.
Viene però liberata dal Leone di Damasco, che, ormai conquistato perdutamente dalla giovane, fugge con lei in Italia ( nel frattempo lʼamato fidanzato è stato assassinato).
Ci sono tutti i migliori ingredienti dei romanzi di Salgari ma con qualche cosa di più.
Non solo il racconto è abilmente giocato sulla doppia natura di Capitan Tempesta, ma anche gli altri personaggi si ribellano al ruolo entro il quale la società vorrebbe confinarli.
Prendiamo, per esempio, la sorprendente e magnifica figura di Haradja.
Il destino la vorrebbe relegata in un harem, tra le tante mogli di un pascià.
Ma " avevo nelle vene il sangue dʼun pirata e quantunque donna, ne provavo tutti gli stimoli feroci".
Non poteva che innamorarsi di guerrieri, con una passione, che una volta respinta, diventava odio feroce.
Anche la contrapposizione tra religione cristiana e quella mussulmana, che allʼinizio del libro sembrava un conflitto insanabile, via via che si procede nella lettura si stempera, perché evidente che tutti si muovono su un crinale, dove le regole e le ideologie perdono valore e sostanza.
Infine, bellissimo è il personaggio di El - Kadur, schiavo di Capitan Tempesta.
Invaghito anche lui della fanciulla ( " ti rivedo quando sulla spiaggia sabbiosa mi porgevi dinanzi stillante acqua marina e ti riposavi allʼombra delle palme, felice di guardarmi") soffre tremendamente perché non potrà mai farla sua.
Lʼamore non corrisposto, di cui Capitan Tempesta è pienamente cosciente, e la nostalgia per " i vasti orizzonti luminosi e le dune di sabbia" travolgono lʼuomo sino a portarlo sul bordo della pazzia.
Con forme diverse da quelle del Corsaro Nero, dove tutto è cupo e dolore, anche qui Salgari opera su un piano psicoanalitico, nel quale i personaggi e le vicende sono un iceberg di un mondo sotterraneo, fatto di fantasie anche erotiche e di desideri di una vita differente.
Perché leggerlo ? Allʼavventura aggiunge la complessità dei personaggi.