A differenza del più riuscito "Appuntamento a Istanbul" in questo romanzo non è chiaro dove lʼautrice voglia andare a parare: libro giallo, racconto di ambientazione o storia di una quarantenne, simpatica ma ancora alla ricerca di sé stessa ? Ciò che sappiamo per certo è che la protagonista, e narratrice in prima persona, ha una libreria specializzata in genere noir, ama vivere fuori casa, nei tanti locali di Istanbul (attenzione ! annotarseli per chi ha intenzione di visitare la città) e soprattutto sogna di scrivere nel suo biglietto da visita: " Kati Hirschel libraia - detective, consulente della squadra omicidi".
Ad innescare la storia e scuotere la svogliata Kati è lʼarrivo di Petra, amica dʼinfanzia e presto coinvolta, come possibile indiziata, nellʼassassinio del regista del film, al quale lavora come attrice.
È stata lʼamica, per gelosia o per qualche segreto della sua vita ? È stato qualcuno della troupe, forse per prendere il posto del regista ? O invece, lʼuomo era coinvolto in qualche traffico criminale ed è stato eliminato dalla mafia turca ? Lʼinvestigazione di Kati procede lentamente e fiaccamente, senza che i tasselli del delitto si mettano a posto secondo un percorso logico.
Mancano anche i colpi di sorpresa.
La conclusione arriva alla fine, per caso.
Il lettore viene, invece, travolto da un turbinio di personaggi ai quali la protagonista pone le stesse domande in modo testardo e monotono.
Qualche scena erotica condisce malamente il racconto.
Sinceramente è un brutto romanzo.
Non si riesce a trovare un elemento di qualità.
Non è un buon noir, perché non ha una trama.
La vita personale di Kati è tratteggiata superficialmente e noi non riusciamo a capire chi sia veramente questa tedesca, innamorata di Istanbul.
Lʼatmosfera della città resta sullo sfondo.
Le annotazioni sono infatti banali e scontate, del tipo: "su dieci milioni di persone, pare che nessuno torni mai a casa.
Le strade pullulano di gente e di auto a qualsiasi ora del giorno e della notte".
Quante metropoli non rispondono a questa descrizione ? Si salva solo la lieve ironia della narratrice, ma non è sufficiente a farci gustare il racconto.
Perché non leggerlo ? È noioso: una perdita di tempo.