Nel quartiere di Belleville vive la tribù di Malaussène e con loro una miriade di personaggi.
Belleville è una periferia di Parigi, distrutta dalle manie postmoderniste degli architetti, dalla stupidità dei politici e dallʼavidità degli speculatori, ma è anche un luogo magico, una sorta di foresta di Sherwood, dove Robin Hood è Benjamin Malaussène e lo sceriffo si identifica con chi vuole espellere i vecchi inquilini per permettere la distruzione dei vecchi edifici e costruirne di nuovi per gli uffici e la ricca borghesia.
" Se tu mi domandi un giorno a che cosa rassomiglia la felicità, e tu me lo domanderai, io ti risponderò: a qui" A Belleville, dove è possibile proiettare lʼultimo film della storia del cinema ( un film che poi dovrà essere distrutto) in una sala dimenticata, dove è possibile tatuare nel corpo di una persona tutte le strade di Belleville a testimonianza vivente del quartiere.
A Belleville cʼè anche un illusionista, che ti fa sembrare le cose che non ci sono, a Belleville " gli angeli che talvolta si annoiano, sono attirati verso di noi dal calore e dal ribollire dei sentimenti" e si personificano in una suora detective.
Tanti i personaggi del romanzo e molti i fatti che si intrecciano: delitti, scomparse, amori, strane vicende, persecuzioni.
Al centro come un eroe cʼè Benjamin Malausséne, un punto fermo in una lanterna magica, in un caleidoscopio pieno di luci e di illusioni.
Non cʼè una vera trama ed è un romanzo difficile da seguire.Devo confessare che non sono riuscito a leggerlo tutto, in quanto mi sono perso fra tanti personaggi e tante parole.
Ma forse era questa la finalità dellʼautore, dimostrare che non esiste una razionalità nellʼesistenza ma tutto si svolge in un labile confine tra realtà e immaginazione.
Perché non leggerlo ? Sinceramente è molto confuso e prolisso.