Gradimento Medio-basso
e non lo rileggerei

The enchantress of Florence

scritto da Rushdie Salman
  • Pubblicato nel 2009
  • Edito da Random House
  • 382 pagine
  • Letto in Inglese
  • Finito di leggere il 22 novembre 2009

Siamo in Oriente nel magico impero di Akbar il grande.
" Se il mondo lacerato dalla guerra era una dura verità allora Sikri (la capitale dellʼimpero) era una splendida bugia".
È un mondo magico dove il mistero del grande sovrano " incanta tutta la terra, e il futuro, e tutta lʼeternità".
In questa terra meravigliosa compare un viaggiatore, che proviene dallʼOccidente, che si fa chiamare Mogor dellʼAmore.
Egli incanta il sovrano e tutta la corte con le storie di una città incredibile, Firenze: " per lui la conoscenza non era di alcun uso, eccetto per ricordargli di ciò che non dovrebbe mai dimenticare, che la stregoneria non richiede pozioni, spiriti familiari, o bacchette magiche.
Il linguaggio fatto di parole dʼargento è sufficiente allʼincanto".
Mogor dellʼAmore racconta di tre giovani fiorentini: uno di essi lascia la città natale per cercare lʼavventura e diviene un grande generale dellʼesercito ottomano.
In una guerra con i persiani incontra una principessa, che diviene sua sposa.
Con questa donna ritorna a Firenze per diventarne il capitano dellʼesercito.
Questa principessa è " lʼincantatrice di Firenze", che utilizza i suoi poteri magici per ammaliare lʼintera città.
Ma il confine tra stregoneria ed incanto è estremamente labile e ben presto la superstizione si scatena contro la donna.
Che differenza tra il mondo magico di Sikri e la pochezza di Firenze ! La principessa fugge nel nuovo mondo, ma " la sua magia non era più a lungo così forte da aiutare a resistere alle forze temporali, così come non era forte a sufficienza per cambiare la geografia della terra.
Nessun passaggio di mezzo fu trovato e lei si trovò intrappolata nel nuovo mondo finché decise di morire".
Ma anche il mondo magico di Sikri deve scomparire per lasciare il posto alla forza della realtà.
" Sono tornata a casa dopo tutto ( disse la principessa al grande imperatore), tu mi hai permesso di ritornare, e così io sono qui, alla fine del mio viaggio.
Fine a quando non sei, disse il grande regolatore dellʼuniverso, mio amore, fino a quando non esisti".
Tutto può essere nellʼimmaginazione, anche al di fuori del tempo, niente può sopravvivere nella realtà.

Con uno stile immaginifico e barocco, lʼautore racconta una storia incredibile, totalmente di fantasia, che, tuttavia, con il tono della fiaba sviluppa tre considerazioni: a) lʼoriente è meglio dellʼoccidente, in quanto nellʼoriente si esprime la ricchezza dellʼimmaginazione; b) la fantasia è un mondo incantato che permette di raggiungere la perfezione c) il passaggio della storia dallʼoriente allʼoccidente ( da Sikri a Firenze sino al nuovo mondo) corrisponde ad un lento ed inesorabile declino della civiltà.

Le singole parole e la costruzione delle frasi affascinano i lettore ma le vicende sono troppo inverosimili ma anche eccessivamente reali per avvincere e convincere.
Le digressioni, che sembrano rispondere più ad una forma di narcisismo letterario che alle esigenze della trama narrativa, appesantiscono il romanzo rendendolo prolisso.

Perché non leggerlo ? Alcune pagine sono piacevoli,, lo spunto del libro è interessante ma è troppo frammentario e prolisso per rendere la lettura complessivamente attraente.

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