Emma è una giovane donna, determinata, indipendente, ma incline "a pensare un poʼ troppo bene di sé stessa".
Vive in una cittadina della campagna inglese insieme con il padre: un vedovo fragile, timoroso delle novità e soprattutto di essere abbandonato dallʼadorata figlia.
Dʼaltra parte perché sposarsi ? "Se dovessi innamorarmi, in verità, sarebbe una cosa differente ! Ma non mi sono mai innamorata; non è nel mio modo di essere o nella mia natura; e non penso che dovrei.
E, senza amore, sono convinta che sarei una folle a cambiare una situazione come la mia; (...) e mai, mai potrei aspettarmi di essere così veramente amata e importante; così sempre prima e unica negli occhi di qualsiasi uomo come lo sono in quelli di mio padre".
Non sono solo lʼorgoglio e il voler essere padrona di sé stessa, è anche il suo ideale di marito: alta integrità, aderenza alla verità e ai principi, disprezzo dellʼinganno e delle piccolezze.
Si manterrà fedele a questi criteri, con tanta sicurezza affermati e vissuti ? In parte.
La storia inizia con la decisione della governante, Mrs.
Weston, di sposarsi e di lasciare la casa dove per tanto tempo è stata al servizio.
Se il padre è sconvolto, per Emma significa perdere lʼunica persona con la quale ha potuto confidarsi, lʼunica che riusciva in qualche modo a frenare il carattere della ragazza, sensibile, riflessivo ma anche caparbio e deciso ad imporsi agli altri.
Ci sarebbe anche il cognato, Mr.
Knightely, la conosce fin da bambina, ma con lui è un continuo battibecco, un perenne confrontarsi da differenti punti di vista.
Emma incontra Harriet Smith, con la quale stringe una intensa amicizia.
Ma se "Mrs.
Weston era oggetto di rispetto , che aveva le basi nella gratitudine e nella stima, Harriet sarebbe stata amata come una alla quale lei poteva essere utile.
Per Mrs.
Weston non cʼera niente da farsi; per Harriet ogni cosa".
Harriet è priva di dote e proviene da un basso ceto sociale, ma non per questo si deve degradare a sposare qualsiasi pretendente ! Con una bella dose di presunzione e di imprudenza Emma convince la docile Harriet a non sposare Martin (un modesto fittavolo !) e ad ambire alla mano di Mr.
Elton, il vicario della piccola città.
Quando Mr.
Elton, rifiutato dalla stessa Emma (ma allora perché è il giusto marito per lʼamica?) si sposa con una ragazza vacua e superficiale, ma con un bel patrimonio, Emma consola Harriet, facendole presente che Elton non era poi un uomo così affidabile.
Compaiono due nuovi personaggi: Jane, una bella ma sofferente ragazza, la quale viene a vivere con la zia ed ha come unica prospettiva quella di andare a fare la governante presso famiglie benestanti; Frank, figlio del marito di Mrs.
Weston, e che vive presso una zia, ricca e autoritaria.
Emma cerca di stringere amicizia con Jane (unʼaltra ragazza da gestire ?), ma viene in qualche modo respinta e tenuta distante.
Nei pochi giorni che sta presso il padre, Frank riesce a fare la corte ad Emma e poi ad Harriet.
Se Emma, dapprima compiaciuta ed intrigata dal giovane intuisce che cʼè qualcosa di falso nel comportamento di Frank, sembra la volta buona per Harriet, almeno così pensa Emma, la quale convince in tal senso lʼamica.
Inutilmente Mr.
Knightley la mette in guardia, facendole presente il debole carattere di Frank, ma ancora una volta Emma testardamente non si attiene al ben più saggio giudizio dellʼamico.
Proprio durante uno di questi colloqui, spesso puntigliosi e contrastati, avviene un fatto premonitore.
"Con un piccolo movimento, ben diverso dalla comune amicizia, (...) Mr.
Knightley le prese la mano, se non era stata lei stessa a fare il primo gesto non lʼavrebbe potuto dire, ella poteva, forse, averla piuttosto offerta".
Muore la zia di Frank ed allora il giovane, libero da costrizioni, confessa che era segretamente fidanzato con Jane e che il suo presunto corteggiamento per Emma e per Harriet era stata solo un modo per distogliere lʼattenzione dal vero oggetto del suo affetto.
Ecco il motivo del malessere di Jane, la falsa situazione nella quale si trovava.
Emma è dispiaciuta per Harriet e si rende conto di aver sbagliato ancora una volta nelle sue valutazioni, ma è profondamente offesa per il comportamento nei confronti di Jane, si è dovuta prestare allʼinganno per la mancanza di coraggio e di dignità di Frank.
Dʼaltra parte "si potrebbe ben dire che il mondo non è della donna, le sue regole non sono le sue".
Per Emma cʼè una sorpresa.
Quando va ad informare Harriet della vicenda, scopre che lʼamica è innamorata di Mr.
Knightley ed è convinta di essere ricambiata.
Emma dovrebbe essere felice, perché allora sente un senso di dispetto, di sottile gelosia, di perdita dellʼoggetto amato ? "Quale cecità, quale pazzia lʼaveva condotta ! Ciò la colpì con una forza di travolgente sofferenza ! " Emma scopre di amare e di aver sempre amato lʼamico, e quindi qualʼ è la gioia quando Mr.
Knightley, dapprima timidamente e poi sempre più sicuro, le confessa che lʼama anche lui e che la vuole sposare.
Ma Harriet è di nuovo ingannata ? Nessun problema, Emma con un sotterfugio la manda a Londra dalla sorella, per togliersela di torno, e poi, quando infine la deve affrontare, apprende che Harriet lʼha sempre ingannata, ha sempre amato Martin, che ha continuato a vedere, nonostante Emma.
Tutto finisce bene, ma cosa resta dellʼindipendente ed orgogliosa Emma ? Andrà ad abitare con il padre e con Mr.
Knightley, chiudendosi nella dimensione familiare, tipica della donna.
Ed anche le amicizie femminili, quella per Harriet in particolare, si muteranno in semplici superficiali conoscenze, è difficile portarle avanti quando si ama un uomo.
È un romanzo molto articolato, anche troppo lungo e complesso, nella trama così come nella scrittura.
Il fulcro è sempre lʼindipendenza della donna, con alcuni elementi distintivi rispetto ad altri romanzi dellʼautrice.
Se negli altri libri il contesto, la cittadina, la piccola borghesia del primo ottocento, la campagna inglese, sono di sottofondo, qui sono al centro della narrazione.
Basti pensare al secondo volume: le conversazioni superficiali, gli incontri salottieri e le scampagnate forniscono lʼimmagine di una società vacua, bigotta, molto attenta alle apparenze e ai patrimoni.
Sembra di leggere i "Guermantes" di Marcel Proust e, come in questo volume della Ricerca, i dialoghi senza fine sono altrettanto noiosi, prolissi e inconcludenti.
Un altro aspetto che accumuna il romanzo allʼopera di Proust è il tema della discrepanza tra ciò che si immagina e la realtà.
"Me stesso creai ciò che vidi", cita ad un certo punto Mr.
Knightley; ed infatti Emma immagina situazioni che si rivelano ben diverse da quelle costruite dalla sua fantasia.
Rivolgendosi ad Harriet, esclama Emma "o Dio ! come non lʼho mai vista !".
La storia si sviluppa lentamente, senza ritmo narrativo, senza azioni.
Predominano i dialoghi, spesso ripetitivi.
Solo a tratti sono approfonditi i personaggi, i quali ruotano tutti intorno ad Emma, senza però completarla e spiegarla.
La sintassi è estremamente difficile e tortuosa, quasi che lʼautrice abbia voluto mostrare la sua abilità nella scrittura e nel possesso dellʼinglese "colto".
Perché leggerlo ? Vale la pena leggerlo se si vuole avere una visione completa degli splendidi personaggi di Austen; in caso contrario è meglio non prenderlo in mano perché è lungo, difficile e prolisso.