Una bambina di 10 anni, una parente povera, viene accolta dallo zio, Sir Thomas Bertram, un ricco possidente, autorevole membro del parlamento e della comunità.
Sin dallʼinizio devono essere chiare le regole: "senza mortificarla troppo, farle ricordare che non è una Miss Bertram"; e Fanny Price risponde bene alle aspettative: piccola per la sua età, senza una particolare bellezza, eccessivamente timida, ritrosa e schiva, "la coscienza di essere una parente povera si accresceva di pari passo con la convinzione che per un essere insignificante come lei fosse giusto non essere felice".
In un colloquio con il cugino Edmund, con il quale entra in sintonia sin dalla prima adolescenza, Fanny afferma: "non potrò mai essere importante a qualcuno, che cosa lo impedisce ? (chiede perplesso il cugino), ogni cosa, la mia situazione, la mia mancanza di giudizio, la mia bruttezza".
Ma sono proprio la solitudine, la sensazione di essere unʼestranea, di dover sempre essere attenta alla forma e alle norme sociali, che contribuiscono a creare una forte personalità, indipendente, impregnata di saldi valori etici.
Tutto ciò non le fa perdere la "bussola" nel momento in cui lʼintera famiglia si lascia travolgere dal fascino del teatro; approfittando della mancanza di Sir Thomas, lontano per lungo tempo a causa di affari nelle Antille, decidono di mettere in scena una commedia allora famosa, Loverʼs Vows (Giuramenti di innamorati).
È un periodo di "generale follia", come dirà in seguito Edmund, nel quale tutti escono dai rigidi ruoli sociali, ai quali si devono attenere, per assumere i panni dei diversi protagonisti della commedia, considerata allora licenziosa per la trama e i personaggi.
Lʼunica che si rifiuta con ostinazione a non partecipare è Fanny; ciò le permette di osservare il comportamento degli altri, ed in particolare quello di Edward Crawford, un brillante giovane, che corteggia senza ritegno la cugina più grande di Fanny, malgrado sia già fidanzata.
Al ritorno di Sir Thomas tutto sembra tornare nella normalità, con Fanny maggiormente apprezzata dallo zio per il virtuoso contegno tenuto durante la "generale follia".
Arriviamo ad un punto di svolta.
Sino a questo momento Fanny appare come una ragazza un poʼ bigotta, unʼacqua cheta, anche leggermente opportunista e servile; la sua personalità emergerà pienamente quando dovrà misurarsi con un grave pericolo, per lei così indipendente: un uomo vuole decidere il suo destino.
Edward intende "espugnare" Fanny, lui abituato a essere cercato dalle donne ne ha trovato una che lo tiene a distanza, e tutto ciò lo intriga, forse è un capriccio ma lʼuomo sembra avere intenzioni serie: è generoso, affabile, con le sue conoscenze ha fatto in modo che il fratello di Fanny fosse nominato luogotenente di marina, è un buon partito, che darebbe agiatezza e sicurezza alla povera ragazza.
Ma lei, ormai diciottenne, non lo può accettare.
"Stava soffrendo, pensando, tremando, intorno ad ogni cosa, agitata, felice, miserabile, infinitamente grata, enormemente arrabbiata.
(...) No, no, no, ella gridò, nascondendo il viso, tutto questo non ha senso, (...) Non voglio, non posso sopportarlo.
Non devo ascoltare queste cose.
No, no, non pensi a me.
Ma lei non sta pensando a me.
So bene che tutto questo è niente".
Se riesce a resistere facilmente allʼassalto di Edward, è ben più difficile contrastare lo zio.
Sir Thomas, forte della sua autorevolezza, cerca di convincere Fanny; stupefatto ed anche adirato, per la mancanza di gratitudine e di rispetto, si imbatte in un drastico rifiuto della ragazza.
"Con gli occhi fissi intensamente su una delle finestre, ascoltava lo zio, nel più grande turbamento e sgomento".
E alla domanda sconcertata dello zio sulle ragioni del rifiuto, la risposta di Fanny è semplice ma rivoluzionaria per i tempi: " non posso amarlo, Sir, abbastanza per sposarlo.
(...) Hai qualche ragione, bambina, per pensare male del carattere di Crawford ? (chiede gentilmente lo zio).
No, sir, (...) e avrebbe voluto agggiungere, ma ne ho dei suoi principi, e le mancò il cuore" di raccontare al padre della cattiva condotta di Crawford verso la cugina.
I problemi di Fanny non sono finiti.
Prima deve confrontarsi con Edmund ed anche lui cerca di convincerla, poi viene mandata per alcuni mesi presso i genitori; è uno stratagemma di Sir Thomas per farle vedere quali sono le misere condizioni sociali nelle quali potrebbe vivere in futuro, qualora venisse a mancare lʼappoggio dello zio; è opportuno che accetti lʼofferta di Edward, il matrimonio con un ricco giovane.
La questione si risolve da sola, la commedia non è stato solo un periodo di "generale follia", ha scatenato le forze sottostanti alla rigida vita borghese.
La famiglia di Sir Thomas si sgretola, in particolare la cugina abbandona il marito e fugge con Edward.
Per Fanny la storia ha un lieto fine: torna a Mansfield trionfalmente e sposa il cugino Edmund.
Affrontare il romanzo dal punto di vista di Fanny è forse una prospettiva ovvia e riduttiva, se si considerano i numerosi personaggi, le problematiche sociali affrontate sotto traccia, ed in particolare il ruolo del teatro nel racconto, la sua funzione demoniaca e liberatrice : tema che ha attirato lʼattenzione della maggior parte dei critici, tanto da far dire che non sarebbe possibile leggere il libro senza conoscere Loverʼs Vows.
Al di là del contesto storico, la questione è di grande attualità: quanto può essere scossa lʼesperienza di una diciottenne ? Le traversie di Fanny lʼhanno rafforzata, è certo, dandole quella personalità che le ha permesso di governare il destino; ma tutto questo è giusto ? Non si sarebbe dovuto proteggere la ragazza, lasciarle la possibilità di crescere serenamente ? Sono queste le questioni che rendono ancora attuale il romanzo.
Il romanzo è molto lungo e non sempre regge il ritmo narrativo; la scrittura è quella tipica di Jane Austen, involuta e complessa.
Per essere apprezzato i libro va letto con attenzione e pazienza, ricercando il suo valore nel dettaglio, negli scorci inattesi e sempre puntuali sulla psicologia dei personaggi, nello spirito di indipendenza che anima lʼintero libro, nei giudizi taglienti e sempre azzeccati sugli uomini e sulla società.
Perché leggerlo ? Un poʼ lungo ma vale la pena leggerlo, con pazienza ed attenzione.