Come gran parte dei racconti di McEwan all’inizio si è in presenza di un avvenimento eccezionale (in questo caso la morte di una persona che cade da un pallone aerostatico) che porta enormi cambiamenti a una vita che sembrava tranquilla e consolidata: entrano in crisi i rapporti di coppia, emerge un substrato di paranoia e di instabilità nel protagonista e vengono riconsiderate le sue scelte lavorative.
E fino ad un certo punto il romanzo segue questo percorso, con alcune pagine molto belle ed efficaci sulla crisi del rapporto coniugale; sembra quasi che tutte le vicende vissute dal protagonista (in particolare la persecuzione da parte di un fanatico religioso) sia frutto della sua immaginazione e quindi il risultato di un sempre più accentuato processo depressivo e paranoico.
Il protagonista si scopre differente da quello che pensava di essere.
Poi, quando la storia sembra arrivata ad un punto morto, emerge il lieto fine, quasi da storia poliziesca, ma nasce anche la delusione nel lettore.
McEwan scrive molto bene con un inglese semplice, fluido e comunque molto ricco in termini espressivi: singole pagine sono molto belle, l’insieme un po’ meno.