Sconsiglio vivamente
e non lo rileggerei

Giustizia

scritto da Durrenmatt Friedrich
  • Pubblicato nel 1986
  • Edito da Garzanti Libri
  • 200 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 24 dicembre 2008

Il romanzo descrive una vicenda paradossale.
Un consigliere cantonale uccide un suo amico in un ristorante davanti a una folla di testimoni.
Una volta in carcere, assolda un avvocato (l’autore del manoscritto) per individuare un diverso assassino.
L’avvocato recupera una serie di informazioni che permettono di fare assolvere in corte di assise il consigliere cantonale.
L’avvocato, convinto di essere stato una pedina del consigliere (che è in realtà il vero assassino) cerca di ucciderlo ma manca l’obiettivo.
Il romanzo si conclude molti anni dopo, quando lo scrittore (lo stesso Durrenmatt) viene a conoscenza delle motivazioni alla base dell’assassinio e della reale successione delle vicende che hanno condotto al delitto.
Il tema dominante del romanzo è costituito dall’incomprensibilità del reale e dal suo possibile rovesciamento in situazioni assurde, prive di logica e di qualsiasi forma di senso sociale e storico.
Come scrive lo scrittore, "la storia che è diventata reale soltanto nella mia fantasia e che ora, descritta, si allontana da me, è forse più assurda della storia del mondo, meno solida del suolo su cui edifichiamo le nostre città?".
Questo tema filosofico viene tradotto in un ritmo narrativo incalzante, che da una struttura tradizionale (da romanzo ottocentesco) si evolve in una successione di personaggi e di avvenimenti che si sovrappongono e si intrecciano, anche su piani temporali differenti.
Anche lo stile diviene convulso, fatto di frasi brevi e tronche, così da manifestare l’eccitazione dell’autore e l’assurdità o la mancanza di logica delle vicende e delle situazioni descritte.
È tuttavia un romanzo tutto ripiegato in se stesso: non esiste di fatto una trama che dia un minimo di suspense e di interesse a seguirla, i personaggi appaiono privi di un proprio spessore e carattere, quasi marionette in mano al destino, le descrizioni degli ambienti sono ripetitive.
È di fatto un romanzo noioso, intellettualistico, che non riesce a esprimere in forma d’arte il tema filosofico che ne è alla base.
Una conferma deriva dal fatto che le parti più interessanti e leggibili sono quelle che assumono le caratteristiche del saggio.

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