Gradimento Medio
e non lo rileggerei

How to get Filthy Rich in Rising Asia

scritto da Mohsin Hamid
  • Pubblicato nel 2013
  • Edito da Penguin Books
  • Letto in Inglese
  • Finito di leggere il 12 marzo 2014

Il romanzo si presenta nella forma di un manuale.
Lʼautore immagina di insegnare come diventare ricchi in Asia, continente in profonda trasformazione.
"Perché persisti a leggere i tanto incensati, ma così noiosi, romanzi stranieri ...
se non per il desiderio di capire quei paesi distanti che, a causa della globalizzazione, influenzano in misura crescente la tua vita ? Che cosʼè questo tuo desiderio, nella sua essenza, se non una ricerca di auto apprendimento ?".
I titoli e la successione dei capitoli rispecchiano i momenti topici di una scalata sociale.
Per ciascuno dei quali lʼautore offre le giuste istruzioni: abbandonare la campagna ed andare in città, istruirsi anche sulle spalle dei familiari, evitare di innamorarsi e di perseguire degli ideali, imparare a fare affari da un padrone e poi liberarsene senza scrupoli, essere pronti alla violenza, a venire a patti con la criminalità, a corrompere i burocrati e i militari, ricorrere ai debiti senza paura.
"Indebitarsi è un modo per il piccolo per diventare grande, per il grande per essere enorme, una gloriosa astrazione, la promessa del domani oggi, si, una liberazione dal tempo.....
indebitarsi è essere immortali".
Splendida definizione del capitalismo rampante ! Insomma, ci vuole tanto lavoro ma bisogna anche essere spregiudicati, disponibili alla truffa.
È pur vero che in ciascuna di queste fasi ci sono alternative.
La vita è una continua biforcazione tra ciò che si è diventati e ciò che si poteva essere.
Per esempio, si poteva aiutare di più i propri genitori e fratelli rinunziando ad istruirsi, si poteva seguire la ragazza che si è poi amato, vanamente, per tutta la vita, oppure si poteva stare più vicino alla propria moglie e al proprio figlio per non perderli, per non farli diventare estranei.
Uno stile lievemente ironico e apparentemente leggero conduce il lettore lungo le peregrinazioni del protagonista, il quale si dirige verso la ricchezza in modo risoluto ma con intima tristezza, come se fosse costretto dal destino, da una forza irresistibile.
È lʼAsia, tumultuosa, violenta e ricca di opportunità: o si sta al gioco o si soccombe.
"Attraverso le finestre del tuo ufficio vedi la tua città mutare intorno a te, scivolar via qualsiasi vincolo urbanistico e di pianificazione, profonde fondazioni e scheletri di edifici stanno occupando la terra che soltanto pochi anni fa una fotografia aerea avrebbe mostrato spumeggiante di opulenti ville barocche".
Come capita spesso, al successo segue la caduta sociale, in questo caso la malattia e il fallimento.
Il consiglio è di "focalizzarsi sui fondamentali": ridurre le spese, rendersi visibili il meno possibile, accettare la sconfitta.
E così fa il nostro protagonista e noi ci aspetteremo un declino sino alla morte, in totale solitudine.
Così non avviene, perché il nostro autore offre una strategia dʼuscita, insperata benché inverosimile.
Il nostro protagonista incontra la ragazza amata da giovane, la quale a sua volta ha raggiunto il successo per ritrovarsi tristemente sola.
Lʼamore tanto vagheggiato diviene realtà nella vecchiaia ed entrambi capiscono che la vera felicità sta nel darsi allʼaltro, nel desiderare che lʼaltro "non sia solo".

Ma allora il tutto si riduce ad una favola ? Dʼaltra parte, "noi tutti siamo in fuga dalla nostra infanzia.
E così ci rivolgiamo, tra le altre cose, alle storie.
Scrivere una storia, leggere una storia, è come fuggire dal nostro stato di fuggitivi...cʼera un momento quando ogni cosa era possibile.
E ci sarà un momento quando niente è possibile.
Ma in mezzo noi possiamo creare".
Il romanzo è un affresco di una delle possibili vite.
Ne potremo pensare altre e, quindi, è giusto che lʼautore ci offra un lieto e tenero fine.
Perché non è possibile immaginarlo ?

Se si legge il libro in inglese, emerge la peculiarità della scrittura, ricca di vocaboli inusuali, ma non di neologismi, e caratterizzata da una struttura sintattica complessa, talvolta difficile da seguire.
Mohsin è senza dubbio uno scrittore raffinato, con una propria impronta stilistica.
Dovrebbe, tuttavia, riportarla ad una maggiore sobrietà.
Anche lui è dinanzi ad una biforcazione.

Perché leggerlo ? È molto piacevole.

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