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ma non lo rileggerei

Il Mulino del Po

scritto da Bacchelli Riccardo
  • Pubblicato nel 1938
  • Edito da Rizzoli
  • 1442 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 18 gennaio 2012

Il Mulino del Po è definito dallʼautore come un romanzo storico, che racconta le vicende di una famiglia di mugnai ferraresi tra il 1815 e la prima guerra mondiale.
Il fine di Bacchelli è di narrare la storia dʼItalia dal punto di vista degli umili, " acquisire alla poesia un secolo, un momento della possente umiltà del popolo minuto, civile in Italia dʼuna sua civiltà a volte evasiva e segreta e sempre inconfondibile e non mai soppressa da tanto e sì illustre e anche greve carico di storia".

Nel primo volume, " Dio ti salvi", Lazzaro Scacerni si é trovato, suo malgrado, nella grande disfatta dellʼesercito napoleonico in Russia.
Durante la disastrosa ritirata, un ufficiale italiano svela, in punto di morte, come recuperare un tesoro di preziosi oggetti religiosi, rubati dalle chiese ferraresi durante il periodo giacobino.
Scacerni, ritornato in Italia, con i soldi ricavati dalla vendita degli oggetti si fa costruire un Mulino ad acqua, il San Michele, e diventa così un mugnaio o molinaro del Po.
Sino al 1860 il Po faceva da confine tra lo Stato Pontificio e lʼAustria ed era luogo di contrabbando e frequentato da ladri e furfanti.
Scacerni viene ricattato da un ricettatore e capo banda, il Raguseo, al quale aveva venduto gli oggetti preziosi.
Proprio quando ha deciso di uccidere il Raguseo, questo viene assassinato.
Scacerni salva sé stesso e la propria anima.
" La domanda, nelle lunghe ore pensierose accanto alle macine della bianca e della gialla, sorgeva esplicita, ripensando quanto aveva operato Iddio per salvarlo: e perché lʼha fatto ? Ma capiva non esservi risposta, se non in un atto di grazia".
Il secondo volume, " La miseria viene in barca", ha come protagonisti Giuseppe, detto Coniglio Mannaro, figlio di Lazzaro e Cecilia, figlia del Matto di Paneparso, un mugnaio del Po.
In una giornata di tempesta il mulino di Cecilia è trascinato dalla corrente tumultuosa e viene salvato da Lazzaro, che in qualche modo adotta la ragazza come figlia.
Coniglio Mannaro rifiuta il lavoro del padre e, avido di denaro, intraprende lʼattività di sensale, spesso in modo disonesto e spregiudicato.
Cecilia, invece, è rude, selvaggia e integra, ama i mulini e il Po.
Coniglio Mannaro riesce con lʼinganno a sposare Cecilia dalla quale avrà 7 figli.
I due coniugi resteranno sempre distanti perché troppo lontani nei valori e nei legami, Cecilia legata al fiume e ai figli, Giuseppe alla terra e al denaro.
Soprattutto la disgusta la disonestà del marito nei rapporti personali e negli affari.
Ma il castigo " sarebbe venuto dal fiume; della cosa lei era certa, da nata in una terra dove tutto, e la terra stessa, e il bene e il male, dal fiume era dato e ritolto, sì che fiume e fortuna vʼerano una cosa sola".
Infatti nella grande piena del 1872 ( alcune delle pagine più sconvolgenti del libro), Coniglio Mannaro perde le sue terre, sommerse per sempre dalle acque del grande fiume.
In una scena drammatica, Cecilia salva in piena tempesta il marito, che, ormai impazzito, era rimasto sullʼargine e stava per essere travolto dalla furia della acque.
Nel terzo volume, " Mondo vecchio sempre nuovo", Cecilia, che combatte contro la miseria e la fame, è costretta a mandare due figlie a servizio.
Una di queste, la bella ed onesta Berta, va presso una famiglia di contadini, dove un giovane, Orbino, é da sempre innamorato della ragazza.
In uno splendido capitolo, " I giorni della ghirlanda", che andrebbe letto in tutte le scuole, Bacchelli ripercorre il ciclo della vita agreste durante lʼanno, sino alla festa del raccolto.
Si manifesta in queste pagine il grande amore dellʼautore per la campagna e per la vita dei contadini.
Ma insieme con il tempo delle stagioni progredisce lʼamore tra Berta e Orbino, un amore pudico e ben difeso, perché i due giovani hanno deciso di " fare la prova" ( come si diceva allora quando si faceva lʼamore prima del matrimonio) solo quando il loro legame fosse stato approvato dalle famiglie.
Sul destino dei Scacerni grava una maledizione, che deriva dallʼoriginario peccato.
È tempo di lotte nella campagna ferrarese tra i padroni e la lega dei contadini.
Cecilia è con i padroni, solo perché è donna del fiume, legata alle tradizioni e non accetta ordini dai contadini.
Non solo i due giovani si devono dividere, ma lʼodio per i Scacerni porta a sparlare di Berta a tal punto che in un momento di pazzia il fratello uccide Orbino.
Come in una tragedia greca si assiste, sulle rive del Po, alla purificazione del cadavere del povero giovane da parte della mancata e casta sposa.
Per Bacchelli ciò è una metafora della vita e della morte.
" Il mondo non é più se non disgrazia, contro cui ribellarsi é più inutile che soffrire.
Nascere non é altro che un venirci a morire, vano come lʼandar del fiume ....
simile al fiume che rende salme, lʼora dellʼuomo sʼannulla nel tempo che la reca.
Vi cade la speranza, la carità vi muore, é perduta la fede".
Così come si chiude tragicamente la vicenda della famiglia Scacerni, così anche la storia dei Mulini del Po finisce, soppiantati dai mulini a vapore.
E con loro si dissolve la speranza dellʼuomo Bacchelli e del suo mondo, quello contadino.
" Una famiglia, una gente, una terra, non li inventai, li invenni ....
chi lʼha narrata, sente dʼun tratto il vuoto".

È un grande libro, che può avere molte chiavi di lettura.
Innanzitutto ci sono il grande fiume e lʼambiente ferrarese.
È questa la parte più interessante non solo come testimonianza storica ma anche per la capacità dellʼautore di rappresentare il mondo delle acque e quello contadino.
In secondo luogo, Bacchelli compie un grande affresco storico della storia italiana, basato sulla contrapposizione tra il declino dei valori del risorgimento e la forza del popolo italiano, forza che lʼautore riconduce alla fede cattolica.
E qui emerge evidente la nostalgia di Bacchelli per un mondo che la modernità ha indebolito, travolto e mutato radicalmente: quel regno temporale dei papi, che era forse ipocrita, pieno di privilegi e vecchio, ma che permetteva alla povera gente di sopravvivere e di non essere schiacciata da un padrone troppo esoso, dalle tasse e dalle stesse leghe sindacali, fortemente criticate dallʼautore.
Infine cʼè il tema religioso: la misericordia di Dio é misteriosa ma opera sempre per dare ai giusti quello che gli spetta.

Perché leggerlo ? La lettura completa del libro è molto pesante, in quanto Bacchelli non riesce a tenere il ritmo narrativo, ma alcune parti, soprattutto quelle legate allʼambiente, sono molto belle e interessanti.
Va letta una raccolta di alcuni brani.

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