Il libro racconta le vicende del commissario Rogas, che è chiamato a indagare sugli omicidi di una serie di magistrati.
Il commissario individua una pista (una persona condannata ingiustamente che si sta vendicando) ma viene dirottato dai suoi superiori sulla pista a sfondo politico.
In questa direzione scopre che si intende uccidere un uomo politico dell’opposizione per bloccare unʼeventuale alleanza tra forze politiche della maggioranza e quelle dell’opposizione.
Pedinato, viene organizzata una falsa scena del delitto, nella quale il commissario avrebbe ucciso il leader dell’opposizione per essere poi ucciso.
Un amico del commissario va dal nuovo capo dell’opposizione per dirgli la verità ma viene convinto a desistere per il bene "della pace sociale".
Il libro è stato scritto nel 1971 e risente del periodo del compromesso storico e del terrorismo, riflette in modo eccessivo le problematiche politiche che riguardano quella fase storica e che rendono il racconto lento, prolisso e poco interessante.
Si conferma la base pessimistica dell’autore sulle reali possibilità di cambiamento del nostro paese, ma manca il ritmo narrativo degli altri romanzi e l’ironia di sottofondo si annega in un noioso filosofeggiare.