LʼIliade si sviluppa in un periodo breve di tempo ma illustra i fatti più salienti della guerra di Troia.
L’incipit è la lite tra Agamennone e Achille per il possesso di una schiava ma in realtà Achille mette in dubbio l’autorità di Agamennone.
L’eroe decide di non partecipare più alla guerra e quindi si succedono una serie di scontri, che, pur tra alterne vicende, tendono a concludersi con la sconfitta degli Achei, sino al punto che i Troiani riescono a incendiare una nave dei greci.
L’assemblea dei capi Achei invia più volte ambasciate ad Achille perché rientri in battaglia; va invece a combattere Patroclo, l’amico carissimo dell’eroe, che viene ucciso da Ettore.
Achille entra in guerra per vendicare Patroclo, compie una strage e uccide Ettore.
Priamo riesce, tuttavia, a placare l’ira di Achille e a prendere il cadavere di Ettore per dargli una giusta sepoltura.
La storia è relativamente semplice ma è resa più complessa per la presenza di diversi livelli narrativi: ciascuno dei temi viene portato avanti su tre piani: la comunità degli dei, la comunità degli uomini e i sentimenti individuali, che sono sempre subordinati alla volontà e alle ferree regole della comunità, prima ancora che alla volontà della divinità.
Il primo tema è lo scontro per il governo della comunità e quindi il potere.
Il poema inizia proprio con il conflitto tra Agamennone e Achille, ma la tensione per l’affermazione dell’autorità costituisce una costante.
Basti pensare che Ettore decide di non ritirarsi entro le mura di Troia e di combattere su campo aperto solo per affermare la sua autorità nei confronti di Polidamante che lo consigliava in tal senso: "ora, mentre a me diede il figlio di Crono pensiero complesso d’acquistar gloria presso le navi, respingere al mare gli Achei, stolto, tali consigli non devi aprire fra il popolo, nessuno ti obbedirà dei Troiani, io non vorrò".
Ma lo stesso scontro per il potere è presente fra gli dei: dice Poseidone a Era preoccupata che Achille possa soccombere a un dio, "andiamo a sederci, piuttosto, in disparte alla vedetta.
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se poi Ares comincia la lotta o Febo Apollo, o trattengono Achille, subito allora da parte nostra sorgerà lite di guerra; e molto presto, io penso, battuti, torneranno all’Olimpo, in mezzo agli altri numi, vinti sotto le nostre mani per forza".
Lo stesso tema del potere emerge in modo evidente nell’assemblea del libro XIX, nella quale Achille vorrebbe rientrare subito in battaglia, per vendicare Patroclo e dargli degna sepoltura, mentre gli altri capi vogliono che Achille accetti ufficialmente i doni di Agamennone, affermandone in tal modo la sua autorità.
Il secondo tema è, ovviamente, la guerra: è il tema più scontato e anche il più noioso, se si eccettua la battaglia fra gli dei, che raggiunge elementi evidenti di comicità e di derisione delle divinità.
Le vicende militari si frammentano e sembrano finalizzate a esaltare la grandezza degli eroi e degli uccisi.
Il terzo tema è costituito dai sentimenti familiari: l’affetto per gli amici, l’amore filiale, il rispetto per gli anziani, il dolore per la perdita dei cari.
È questo il tema più vicino alla sensibilità dei moderni e l’epica si traduce in pathos in alcuni passaggi: il colloquio tra Ettore e Andromaca, l’amore di Teti per Achille e il dolore di quest’ultimo per Patroclo: Ettore "mise in braccio alla sposa il figlio suo: ed ella lo strinse al seno odoroso, sorridendo fra il pianto; s’intenerì lo sposo a guardarla, l’accarezzò con la mano".
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ma le regole della comunità sono più forti dei sentimenti individuali, "su, torna a casa, e pensa alle opere tue, telaio, e fuso; e alle ancelle comanda di badare al lavoro; alla guerra penseran gli uomini tutti e io sopra tutti, quanti nacquero ad Ilio"( libro VI).
A questi temi si inseriscono altri filoni narrativi (parentesi all’interno del poema) come il bellissimo libro XVIII (la fabbricazione delle armi di Achille) e il libro XXI, in particolare la difesa dei Troiani da parte del fiume Xantos e la sua sconfitta da parte del fuoco.
In complesso, il poema è noioso e frammentato e non è sicuramente all’altezza dell’Odissea.