Il romanzo ruota attorno alle vicende del responsabile delle risorse umane di una grande azienda.
Una dipendente viene uccisa in un attentato e il direttore del personale viene incaricato di interessarsi dell’identificazione della salma e del suo trasporto al paese natio: una nazione dell’ex Unione Sovietica.
Inizia un viaggio che costituisce in qualche modo un percorso di purificazione e nel contempo di evasione da una situazione di guerra, quale quella in cui si trova Israele.
Si realizza una rinascita del protagonista rispetto a un stato esistenziale, privato e collettivo, di incertezza e di ansia: si riprende la sicurezza nella vita e nelle proprie capacità.
Come al solito, il romanzo è scritto molto bene ma è molto debole sotto il profilo dei contenuti e del ritmo narrativo tanto da risultare noioso e insulso.