Gradimento Medio
e lo rileggerei volentieri

La vie d’Euripide

scritto da Delcourt Marie
  • Pubblicato nel 1930
  • Edito da Gallimard
  • Letto in Francese
  • Finito di leggere il 26 agosto 2004

Euripide è uno dei tre grandi autori di tragedie della Grecia antica (gli altri due sono Eschilo e Sofocle) ed è vissuto tra il 480 e il 408 a.
C.
in un periodo storico caratterizzato da tre fasi fondamentali: gli anni di massimo splendore di Atene sotto il governo di Pericle, la lunga guerra del Peleponneso tra Atene e Sparta con la conseguente decadenza della vita politica e culturale della prima città, la disfatta e l’emergere della Macedonia come potenza egemone.
Marie Delcourt è una studiosa e umanista belga che ha fatto parte dei circoli letterari francesi degli anni ’30 ed è stata influenzata in modo particolare da Gide.
La sua biografia di Euripide sottolinea il legame dell’evoluzione della produzione letteraria con tre aspetti fondamentali:le vicende politiche e civili di Atene: l’autrice dipinge un profilo di Euripide profondamente nostalgico del periodo di Pericle e sottolinea il richiamo costante nelle sue tragedie ai valori di convivenza civile, di tolleranza e di ospitalità propri dell’Atene di allora.
È proprio la ricerca di un “principe” che spinge Euripide a lasciare Atene e a trasferirsi presso la corte del re di Macedonia, dove troverà la morte;le correnti filosofiche del tempo: la figura di Anassagora (e quindi l’influenza delle sue concezioni naturalistiche e critiche verso i miti e la religione in genere), la dialettica dei sofisti come fattore distruttivo delle verità e delle regole ed infine il pensiero di Socrate, come ricerca di valori non più basati sulla religione ma fondati sulla coscienza individuale.
In realtà questa familiarità sembra tradursi in Euripide in un sincretismo confuso nel quale prevale, a fatica, la dimensione individuale rispetto a quella collettiva;la natura innovativa e contraddittoria di Euripide che è continuamente all’esplorazione di nuove suggestioni e di nuove tecniche espressive e mai disponibile ad adagiarsi su quanto è stato acquisito e raggiunto.
È difficile dire quanto di queste considerazioni rispondano ad una lettura criticamente rigorosa di Euripide e quanto invece rifletta il mondo esistenziale e culturale dell’autrice.
Rimane il fatto che l’autrice riesce a fornire un profilo di Euripide molto stimolante e interessante, che solleva anche una serie di considerazioni sull’attuale stato di disorientamento della società italiana: viene da pensare quanto sarebbe utile per il nostro paese un autore come Euripide in grado di interpretare il nostro paese al di là di letture intimistiche e analisi sociologiche.
La lettura del libro è talvolta faticosa per i continui riferimenti storici e letterari ma è in generale agevole e piacevole: lo stile è spesso retorico ed enfatico, la struttura della frase involuta e ricercata, così come i vocaboli.

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