Il libro vuole essere una via di mezzo tra l’elogio del libro, ossia della lettura, e il senso del leggere.
L’autore passa in rassegna numerosi autori e scritti per dimostrare infine come la scrittura riesca a rappresentare, in modo differente, situazioni e contesti apparentemente simili.
Inoltre leggere è un processo introspettivo mediante il quale le persone interpretano, in modo attivo, le suggestioni che emergono dalle vicende e dalle parole.
La scrittura è quindi il tramite tra una storia e la vita personale del lettore: più che capire lo scrittore, il lettore insegue un proprio percorso spirituale, che viene attivato e alimentato dalla lettura.
Del libro restano impresse due affermazioni, una dal punto di vista dello scrittore e l’altra dal punto di vista del lettore:dice Petrarca in Epistulae Familiares "io voglio che il mio lettore, chiunque egli sia, pensi solo a me.
..
io non voglio che nello stesso tempo faccia i suoi affari e studi, non voglio che si impadronisca senza fatica di ciò che non senza fatica io ho scritto";dice Machiavelli in una lettera a Vittori del 1513: "venuta la sera, mi ritorno in casa ed entro nel mio scrittoio.
..
e non sento per quattro ore alcuna noia; sdimentico ogni affanno, non temo la povertà; non mi sbigottisce la morte".
Il libro si legge in modo piacevole, ma appare un "po’ tirato", senza un reale filo conduttore.