Il romanzo è ambientato nel Molise tra il 1921 e 1922.
È il nostro Meridione, contadino, arcaico e immobile da secoli.
Le terre del Sacramento sono un feudo , lasciato incolto a causa di una maledizione divina, sostenuta dalla Chiesa alla quale i terreni erano stati espropriati da una ricca famiglia, i Cannavale.
Paradossalmente lʼabbandono di questa terra la mette a disposizione dei contadini.
Alcuni, i più ricchi e spregiudicati, hanno spostato i confini impossessandosi di fatto delle aree più fertili, la maggior parte, invece, attinge ai campi per fare legna, pascolare le poche bestie e raccogliere frutti e radici.
Dʼaltra parte il proprietario, lʼavvocato Enrico, unico erede dei Cannavale, è il classico possidente apatico del Meridione, che dissipa il suo vasto patrimonio nel gioco, nelle donne e nei viaggi, circondato da una progenie di piccoli parassiti e sfruttatori.
Luca, un ragazzo di ventʼanni, alto, robusto e intelligente, è figlio di poveri contadini.
Doveva farsi prete, poi, irrequieto e incerto, ha abbandonato il seminario con grave dispiacere della madre per ritrovarsi studente in legge, squattrinato e senza prospettive.
Sembrerebbe il classico destino di tanti giovani del Sud, la cui famiglia ha fatto enormi sacrifici per avere il figlio laureato, anche se povero.
A cambiare la vita di Luca , e il futuro delle terre del Sacramento, è lʼirruzione di Laura.
Cresciuta a Napoli frequentando la brillante società della città partenopea, Laura si è dovuta trasferire nel Molise alla morte del fratello.
Ambiziosa, non accetta di appiattirsi nella monotona vita di provincia.
Sposa lʼavvocato Cannavale e decide di sviluppare le terre del Sacramento.
Le serve un tramite tra i suoi disegni e i contadini.
Lo trova in Luca: chi più di lui, istruito, volenteroso ed ascoltato dalla sua gente, può convincere i braccianti a dissodare le terre del Sacramento con la promessa che potranno averle in enfiteusi ? E Luca, ingenuo e affascinato dalla donna, lavora con energia e successo, riponendo piena fiducia in Laura.
Ed anche il lettore per molte pagine coltiva lʼillusione che Laura voglia veramente dare sviluppo a queste sperdute lande del Molise.
Finalmente un proprietario meridionale che vuole fare lʼimprenditore ! Che ama la sua terra ! In realtà, i contadini, e Luca con loro, sono stati ingannati: la terra è diventata di proprietà di una società di Napoli, di cui Laura è unʼazionista.
I contadini devono rassegnarsi ad essere solo poveri braccianti, condannati alla miseria.
Sono stati usati per preparare i campi, per rompere la maledizione, per aumentare il valore di vendita della terra.
E come è sempre stato nel nostro Meridione, la protesta dei contadini finisce in una repressione, violenta e tragica, di cui fa le spese lo stesso Luca, rimanendo ucciso.
Il libro è innanzitutto un romanzo sociale, impregnato di un intenso realismo.
Lʼ autore descrive, con cupo fatalismo, una vicenda che poteva essersi ripetuta nei secoli, sempre uguale a sé stessa: lʼaspirazione alla terra, la figura di un giovane che si è fatto intellettuale ma ingenuamente non coglie gli intrighi del potere, una classe dirigente indifferente, egoista e avida.
In fondo perché preoccuparsi della vita di gente, che cresce, invecchia e muore con lo svolgimento della vita fisica ma con una totale immobilità della mente ? Questa interpretazione del romanzo è vera per gran parte delle vicende e dei personaggi, questʼultimi stereotipi di una funzione sociale e non ricchi di una vita interiore.
Essa diviene meno vera dinanzi alla figura di Laura.
Chi è questa donna ? Fredda, ambiziosa, disponibile ad un matrimonio di interesse, ma spesso affettuosa, gentile, attenta ai rapporti umani.
È veramente una manipolatrice o ella stessa vittima ? " Laura allungò la mano libera verso Luca, sorridendogli affettuosamente ....
( poi) il sorriso di Laura si spense".
Perché non leggerlo ? È lento e monotono, senza appassionare la lettura.