Michel Strogoff " era alto, vigoroso, spalle larghe, ampio petto...poteva sopportare fino allʼestremo il freddo, la fame, la sete e la fatica": un corpo di ferro e un cuore dʼoro.
In questo modo Verne presenta sin dallʼinizio il protagonista.
Siamo nella Russia zarista probabilmente nella seconda metà dellʼottocento.
Unʼarmata di tartari sta conquistando la Siberia orientale e minaccia di conquistarne la capitale, dove risiede il gran duca, fratello dellʼimperatore.
A capo di questa orda di " barbari" cʼè un traditore,che vuole presentarsi dal gran duca, conquistarne la fiducia e quindi catturarlo.
A Michel Strogoff viene affidata la missione di avvisare in tempo il gran duca attraverso la Siberia in guerra.
Si tratta di unʼepopea, di una missione unica.
Questa impresa avventurosa si può dividere in tre parti.
Nella prima, piuttosto noiosa e scontata, Strogoff viaggia in incognito, come un mercante, attraversa la Russia europea, gli Urali e quindi le prime steppe della Siberia.Sin dallʼinizio del viaggio incontra una giovane, Nadia, che deve compiere lo stesso percorso per raggiungere il padre.
Strogoff decide di accompagnare la giovane perché ritiene che sia più facile in tal modo non alimentare i sospetti in merito alla sua vera missione.
Emerge una caratteristica del protagonista, la dissimulazione, che contrasta con la lealtà e la sincerità degli altri personaggi, che gli saranno vicini, in particolare Nadia.
In una scena drammatica si opera una svolta che imprime ritmo e interesse al racconto: Strogoff e la giovane vengono catturati dai tartari, il protagonista deve assistere alla scena della madre che sta per essere bastonata a morte, si rivela come corriere dello zar e quindi viene accecato.
Dal quel momento Strogoff diviene dipendente da Nadia, che gli fa da guida.
Questa parte del romanzo è la più efficace, in quanto la debolezza del protagonista lo rende umano, meno super eroe, e nelle vicende, sempre avventurose e drammatiche, compaiono altri personaggi, generosi e pronti a dare un aiuto.
Infine, la terza parte è dominata da grandi scene, nelle quali si sovrappongono le avversità naturali con la drammaticità delle battaglie.
Strogoff e Nadia, insieme con altri rifugiati, scendono con una zattera in un fiume, già coperto di ghiacci.
Riescono ad arrivare fortunosamente nella capitale, sotto assedio dai tartari, dove già il traditore si era infiltrato ma viene ucciso da Strogoff.
La storia sarebbe perfetta, se non si scoprisse alla fine che Strogoff non era affatto cieco ma aveva dissimulato per essere lasciato libero di muoversi, in quanto i tartari lo avrebbero creduto ormai inoffensivo.
Ma come è possibile mentire anche ai suoi amici e soprattutto a Nadia, che lo ha aiutato senza chiedere nulla in cambio, solo per amore ?
Nella prefazione il commentatore vede questo romanzo come " una corsa ad ostacoli" nella quale " un eroe al di sopra di ogni sospetto" supera tutte le prove pur di raggiungere il suo obiettivo.
E da qui che nasce un senso di freddezza, di artificioso, di deterministico, dove non hanno posto i sentimenti, perché vengono messi in secondo piano rispetto al dovere e allʼaffermazione della propria forza e volontà.
Sono gli altri personaggi a offrire alcuni spunti di ricchezza umana, dai quali lʼautore sembra sfuggire rapidamente per rinchiudersi in stereotipi.
La severa e arcigna natura siberiana costituisce lo sfondo del romanzo, in qualche modo la vera nemica del super eroe, Michel Strogoff.
Peccato che anche in questo caso non ci sia immaginazione, è mera geografia senza che la descrizione della Siberia alimenti la fantasia del lettore.
Perché leggerlo ? La storia è avvincente soprattutto nella seconda parte.
Affascinano alcune scene, come la festa dei tartari con le danze esotiche, la grande discesa nel fiume ghiacciato, la battaglia finale.