È un libro complementare a quello precedente.
È ambientato nella provincia e narra di un contesto squallido dove vivono personaggi caratterizzati da una grande tristezza per la desolazione della loro vita senza sbocco: il gruppo di ragazzi violenti e predestinati alla criminalità o a una vita opaca come quella dei loro genitori; la famiglia di Pietro, il protagonista, contraddistinta dalla depressione della madre, dall’alcolismo violento del padre e dalla pochezza del fratello; Graziano Biglia, un squallido vitellone di provincia che non si accorge neanche di essere innamorato di Flora; quest’ultima vive una vita difficile ma ordinata vicino alla madre malata, quando incontra Graziano dal quale aspetta un figlio e viene poi abbandonata per entrare in uno stato di depressione e di abbandono: "non lo sai, forse, che le promesse sono fatte per non essere mantenute?".
Dice Flora la sera terribile nella quale Pietro la uccide.
In questo ambiente di provincia, si sviluppa l’amicizia tra Pietro e Gloria, che, pur con condizioni sociali molto diverse, intrecciano tra di loro un rapporto, che non può non sbocciare in una storia dʼamore.
Ma Pietro non resiste e l’uccisione di Flora costituisce sostanzialmente un modo per scappare da un ambiente così desolato.
"Ho capito perché lo aveva fatto.
Per combattere una cosa maligna che ci abbiamo dentro e che cresce e che ci trasforma in bestie.
Si è tagliato in due la vita per liberarsene.
..
io non volevo finire come Mimmo.
..
io non volevo diventare come loro".
Solo l’assassinio, un atto violento e irreversibile, rompe una situazione della quale si ha la sensazione che possa evolversi solo in peggio.
La desolazione non è solo il presente ma soprattutto l’impossibilità di un futuro migliore e di un mondo senza prospettive.
Lo stile è molto efficace, caratterizzato da un insieme di episodi e di personaggi che si muovono all’interno della casualità e dell’imprevedibilità.
Il ritmo narrativo è molto intenso così da renderlo un libro molto bello da leggere.