Gradimento Medio-alto
ma non lo rileggerei

Nana

scritto da Zola Emile
  • Pubblicato nel 1878
  • Edito da Folio
  • 475 pagine
  • Letto in Francese
  • Finito di leggere il 10 marzo 2009

Il romanzo è ambientato a Parigi negli anni immediatamente precedenti alla caduta dellʼimpero di Napoleone III.
Nana è una giovane di diciotto anni, che possiede un fascino particolare, che le deriva, più che dalla bellezza, dalla sua sensualità, freschezza e comportamento.
Sin dallʼinizio Zola la presenta come una dea, una divinità della volgarità e dello scandalo.
" Nana, molto grande, molto robusta per i suoi diciotto anni ( in altri passi del libro Zola usa lʼaggettivo grossa), nella sua tunica bianca di dea, i suoi lunghi capelli semplicemente denudati sulle spalle, scendeva verso il palcoscenico con un fare tranquillo, ridendo al pubblico.
Nana era nuda.
Ella era nuda con una audacia tranquilla, sicura della potenza della sua carne.
Era Venere che nasceva dai flutti non avendo come velo che i suoi capelli.
Nessuno rideva più, le facce degli uomini, concentrati, si tendevano, la bocca irritata e senza saliva".
Per Zola Nana è una donna innocente, audace, ma piena di ambiguità e di una sensualità che la rendevano " una mangiatrice di uomini".
Il romanzo inizia con uno spettacolo di varietà, nel teatro, dove compare Nana tra musiche, scenografie appariscenti, attori ed attrici sboccati ed invidiosi.
Nana è in un certo senso " una velina" dellʼottocento, donna di spettacolo, peraltro mediocre, e nello stesso tempo mantenuta di ricchi borghesi.
In questa prima parte del romanzo la figura di Nana permette di descrivere la società dellʼottocento, dove ricchi e autorevoli personaggi passano dalle conversazioni noiose di salotti austeri alla vita di teatro se non sino ai bordelli, dove disperdono le loro fortune con amanti e prostitute.
Lʼipocrisia e la falsità dominano sovrani.
Ma questo mondo non va bene a Nana.
Ella ricerca in qualche modo la passione autentica: va a letto con molti uomini ed anche con giovani privi di sostanze economiche inimicandosi potenti amanti e disperde in tal modo le amicizie che contano.
Nella parte centrale, che fa in qualche modo da cesura tra la prima parte ( più descrittiva) e la seconda, più drammatica e complessa, Nana scende agli inferi, diviene una prostituta di strada, intreccia amori lesbici, si perde nella depravazione.
Lo fa con voluttà, non con ribrezzo.
Ciò che la convincerà a cambiare vita non sarà il disgusto del marciapiede ma il tradimento e lʼabbandono da parte dellʼuomo amato, che la picchia, la deruba e infine la caccia.
Allora Nana decide di ritornare al gran mondo, ma " alla grande", ricercando lʼinvidia e lʼammirazione anche delle donne oneste.
Diviene lʼamante di un potente aristocratico, alloggia in una villa lussuosa, spende fortune in gioielli, mobilia, cavalli e carrozze.
È al centro della buona società francese.
Ma a Nana questa vita non va bene.
Come urla allʼaristocratico, che ha appena scoperto un ennesimo tradimento, " mettiti bene in testa nella tua capoccia, che io intendo essere libera.
Se un uomo mi piace, ci vado a letto".
Nana si muove come una forza distruttiva, disperdendo ricchezze, rovinando potenti borghesi ed aristocratici, spingendo al suicidio giovani e vecchi.
È la personificazione di una vendetta sociale dei poveri contro i ricchi ? O semplicemente, è lʼespressione di un desiderio irrefrenabile di lusso, di sesso e di depravazione ? Probabilmente Nana è lʼuno e lʼaltro.
La sua vicenda si conclude in modo tragico, con la morte per vaiolo, proprio nel giorno in cui la Francia va in guerra e crollerà il secondo impero.
Sfigurata dalla malattia, Nana è lasciata sola dagli amici che preferiscono unirsi alle manifestazioni di giubilo per la partenza delle truppe verso il fronte.
Zola è un grande scrittore sociale, forse il più grande di tutti i tempi, Lo scopo dei suoi romanzi è innanzitutto rappresentare e condannare la società del suo tempo mettendosi dal punto di vista delle nuove forze sociali.
In lui cʼè sempre una critica sociale, che se da un lato rende i suoi romanzi di grande impatto emotivo ed ideologico, dallʼaltro lato spesso inaridisce i personaggi, ridotti a stereotipi di una classe sociale o di un ruolo allʼinterno della società.
In Nana cʼè qualche cosʼaltro.
Sembra che allʼinizio Zola sia allʼinterno dei suoi schemi tradizionali, poi pian piano la figura di Nana prende corpo in modo autonomo.
Non è più la rappresentante di una classe sociale.
È una donna che vuole vivere intensamente, una donna che odia gli uomini e li vuole distruggere per il male che le hanno fatto.
Non è un caso che il punto di svolta del romanzo sia proprio lʼabbandono da parte del suo amico con il quale aveva lasciato la buona società per vivere una vita di miseria.
Non è irrilevante il fatto che lʼunica persona ad avere una reale influenza su Nana sia la sua amica, Satin, con la quale convive un rapporto di amore.
Dal punto di vista letterario, Zola alterna alcune pagine molto belle ( il punto più alto del romanzo è la descrizione della corsa allʼippodromo) a pagine sovrabbondanti, un pò alla ricerca dellʼeffetto e del melodramma, come accade nei capitoli conclusivi.
Resta comunque una innegabile capacità di trasmettere al lettore il senso profondo degli avvenimenti mediante un uso cromatico, quasi pittorico, della lingua, in particolare degli aggettivi.

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