Il libro narra le vicende della nascita di Roma tramite la storia di due fratelli, Servio e Plistino.
Schiavi, fuggono per trovare la libertà a Roma, che andava costituendosi intorno alla figura di Romolo.
I due fratelli fanno fortuna, ma Servio non riesce ad avere figli e i discendenti di Plistino muoiono a causa di una pestilenza.
Servio e la moglie decidono di adottare uno dei fratelli della moglie di Plistino così da tramandare il nome della famiglia.
Nel romanzo sono presenti tutte le vicende più famose della nascita di Roma, ma lo stile e la narrazione salgono di livello quando vengono trattati temi familiari: l’amore tra i coniugi e il legame con i figli, la morte e il dolore, la religione imperniata sulla venerazione degli antenati, l’adozione come espressione di un amore che travalica le affinità di sangue, i valori della giustizia e della libertà.
È meno presente l’intento pedagogico rispetto alla "Storia delle Storie del mondo", ma lo stile mantiene quel tono affettuoso, dolce e in certi momenti lirico, che contraddistingue l’autrice.
La struttura narrativa è spesso frammentata e non fornisce il ritmo necessario a non rendere a tratti (soprattutto nella parte centrale) noiosa la lettura.