" Quando una cosa è passata, cosa la differenzia, nella realtà del presente, da unʼillusione o da una fantasia ? Se pure ha avuto una sua esistenza, poi non ne avrà nessuna, tranne che nella memoria".
Lʼautrice ricostruisce la storia americana di suo nonno, Diamante, e del suo amore per una ragazza, Vita.
Nei primi anni del novecento, la miseria e la disperazione spingevano gli italiani ad emigrare negli Stati Uniti.
Diamante, undicenne, e Vita, ancora bambina, andarono a New York presso il padre di lei.
Il viaggio in nave e la vita durissima nel nuovo mondo crearono tra loro un legame indissolubile, che, come spesso succede, non riuscì mai a concretizzarsi in un rapporto duraturo e stabile.
Il racconto si articola in tre parti.
Nella prima parte, dal titolo " la linea di fuoco", lʼautrice narra lʼarrivo in America dei due fanciulli e descrive, con pagine cupe, dure e talvolta raccapriccianti, lʼambiente italiano dellʼemigrazione.
Predominano la miseria e la violenza.
Gli italiani lottano per sopravvivere e inviare qualche soldo in Italia.
Per Diamante e Vita cʼè anche il contesto nel quale si trovano a vivere: lo squallore e lʼavidità del padre della bambina; lʼamante di lui, unico riferimento materno per Vita, ma per questo odiata perché lʼallontana dalla sua vera madre, rimasta in Italia; i connazionali, che frequentano, abbruttiti dal lavoro, la pensione gestita dal padre di Vita.
Potrebbe essere una narrazione alla Dickens così come un romanzo realistico alla Zola: niente di tutto questo.
Gli episodi si susseguono come se fossero una serie di incubi, di sogni maledetti, di trasposizioni allʼesterno di angosce esistenziali dellʼautrice.
Su tutto incombe la città maledetta, la cui rappresentazione ricorda, per le immagini utilizzate e lo stile enfatico, le " Città terribili" di DʼAnnunzio.
Questa parte del romanzo si chiude in modo drammatico: Vita dà fuoco allʼamante del padre cercando di ucciderla.
Nella seconda parte, " la strada di casa", il figlio di Vita ripercorre, come soldato americano sul fronte italiano della seconda guerra mondiale, la ricerca di Diamante e della sua famiglia.
Poi ci ritroviamo nellʼItalia degli anni cinquanta, quando Vita, ormai ricca vedova e donna affermata, viene a Roma per incontrare Diamante e chiedergli di andare a vivere insieme.
Ne riceve un tacito rifiuto: è troppo tardi.
Nella terza parte, " il filo dellʼacqua", si ritorna in America con Diamante e Vita, ancora giovani, ma ormai separati.
Vita ha dʼaltra parte tradito Diamante e quindi il ragazzo è fuggito per dimenticarla.
Quando ritorna a New York per imbarcarsi per lʼItalia le chiede se vuole partire anche lei.
Ma ormai i due giovani sono troppo distanti, i loro mondi si sono allontanati: " lʼ America mi piace, ci sto bene" pensa Vita.
Ma la storia è una ricostruzione basata su documenti e racconti dei protagonisti o è invece il frutto dellʼimmaginazione dellʼautrice ? Ovviamente Diamante è realmente esistito, ma era un uomo taciturno e chiuso, che poco ha raccontato della sua vita.
Della ragazza, Vita, la scrittrice non è riuscita a trovare traccia, neanche dopo una minuziosa ricognizione dellʼarchivio parocchiale del suo paese dʼorigine.
Ma forse lʼamore tra Diamante e Vita è un ideale, un vagheggiamento, una fotografia confusa, come quella che lʼautrice immagina si siano fatti i due giovani.
" I loro visi erano un alone indeciso, sfocato, come se allʼultimo momento avessero preferito non lasciarsi catturare, non consegnare a un ricordo morto lʼattimo irrepetibile che stavano vivendo.
Diamante era un lampo nero.
Vita una macchia bianca.
I loro lineamenti sovrapposti e indistinguibili, come appartenessero a una persona sola".
Lʼidea di base del libro è interessante.
Narrare lʼemigrazione italiana tramite lʼamore di due personaggi: un amore dʼinfanzia sempre ricercato e mai trovato, senza un vero motivo.
È un peccato che questo spunto venga sviluppato senza una vera trama narrativa, risultando alla fine dispersivo e frammentario.
Lo stile, ricco di incisi, ridondante di vocaboli e di immagini, non riesce a dare vitalità e fascino alla narrazione, che resta, in tal modo, in mezzo tra molteplici generi letterari: la storia familiare, il romanzo sociale, la ricerca, frutto anche della fantasia, di un proprio percorso esistenziale e sentimentale.
Perché non leggerlo ? La lettura è noiosa e spesso pesante.
Non aiuta la comprensione dellʼemigrazione italiana.
Lʼamore tra Diamante e Vita resta sospeso e vago senza coinvolgere il lettore.