Sconsiglio vivamente
e non lo rileggerei

L'attore

scritto da Soldati Mario
  • Pubblicato nel 1970
  • Edito da Bompiani
  • 235 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 02 luglio 2023
Mario Soldati è stato definito "il primo, grande media-man della cultura italiana" (Aldo Grasso sul Corriere della Sera del 2016). Infatti, fu romanziere, giornalista, sceneggiatore, regista e autore televisivo. I suoi numerosi romanzi (si possono leggere le recensioni in questo sito: "A cena con il Commendatore", "Lo smeraldo" e "El Paseo dei Gracia") riflettono la grande esperienza come autore cinematografico, sia nello stile come nei contenuti narrativi. Per Soldati ciascuno di noi indossa una maschera, anche se non se ne accorge perché il travestimento fa parte della nostra più profonda coscienza; di conseguenza le nostre relazioni con gli altri sono ambigue, spesso piene di futili inganni, a noi piace vivere come in un sogno, come se fossimo in una soap opera.  Viviamo, insomma, in una bolla. A differenza degli altri racconti questo romanzo muove da una vicenda dello scrittore che potrebbe essere reale. Soldati, il narratore, incontra un vecchio amico, un modesto attore, che non vede da molti anni. Enzo è in una difficilissima condizione finanziaria perché sua moglie continua a perdere somme cospicue al Casino: chiede a Soldati un lavoro. Il nostro scrittore cerca di trovargli una parte in una serie televisiva, anche se il momento non è facile perché nuovi dirigenti sono subentrati ai vecchi con cui Soldati aveva un ottimo rapporto. Per informare l'amico di cosa sta facendo va a Bordighera dove vive Enzo con sua moglie. In questo modo Soldati si trova intrappolato in un' intricata ed equivoca relazione familiare: la moglie di Enzo, a suo tempo una bella donna, oggi obesa e malata, è gelosa del marito, che la tradirebbe con la loro cameriera; Giovanna, la cameriera, padroneggia Enzo e la moglie con il suo fascino misterioso e seduttivo; e infine Enzo con convinzione sostiene di amare la moglie ma gioca la parte dell'infedele cercando in modo manifesto di conquistare la sfuggente Giovanna, esasperando la moglie e spingendola a uccidere la cameriera. Perché Enzo finge di tradire la moglie con Giovanna? E perché gli altri stanno al ruolo dato da Enzo, come se fossero a teatro e non interrompono questa crudele e falsa soap opera? "Ogni uomo é, sempre, un po' attore,. (...) ogni essere umano deve, qualche volta, per sentirsi vivo, potersi immaginare un po'".

Questo romanzo ebbe un grande successo quando fu pubblicato nel 1970 e vinse il Premio Campiello di quell'anno. In realtà, la storia è noiosa e banale; specialmente se la leggiamo da un punto di vista psicologico: la qualità della narrativa è molta al di sotto di quella degli altri romanzi di Soldati. Restano le splendide descrizioni, cinematografiche nel dettaglio e nei colori. Un esempio. "Giovanna è piccola, magra, solida, bruna. Un viso strano, stretto: gli occhi scuri e ravvicinati, le labbra sottili e non dipinte: un viso dall'espressione chiusa immobile, insensibile, come di pietra. (...) Aveva un tailleur di velluto amaranto, di un'eleganza piuttosto volgare, e molto vistoso. (...) Si guardò a lungo rimirandosi, camminando avanti e indietro come una modella, tirandosi e lisciandosi la giacca del tailleur sulle natiche, voltandosi a guardare ancora al di sopra di una spalla."

Perché non leggerlo? Dispiace dirlo: è noioso.

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