Due ragazzi, Grady di sedici anni e Rawlins di diciassette, si riposano sulle loro coperte da sella, dopo essere smontati dai cavalli.
"La notte era fredda e chiara e le scintille emesse dal fuoco diffondevano calore e bagliori rosseggianti tra le stelle.
Potevano ascoltare i camion là fuori sullʼautostrada e potevano vedere le luci della città riflettersi lontano nel deserto quindici miglia a nord.
Cosa pensi di fare ? chiese Rawlins.
Non so.
Niente", rispose Grady.
Dopo trecento pagine, anche di difficile lettura, alla stessa domanda ("dove è il tuo paese ?) Grady risponde; " non so.
Non so dove sia.
(...) Toccò il cavallo con i suoi speroni e si mosse.
Cavalcava mentre il sole gli rendeva il viso color di rame e il vento rossastro soffiava da ovest sulla pianura al tramonto e i piccoli uccelli del deserto cantavano tra le aridi felci; cavallo e cavaliere avanzavano e le loro lunghe ombre procedevano insieme come lʼombra di un solo essere.
Passavano e impallidivano nella pianura al tramonto, verso il mondo a venire" Non cʼè un luogo dove fermarsi, non resta che muoversi, avendo due sole certezze: i cavalli e la grande pianura selvaggia.
Il romanzo narra lʼavventura di un adolescente.
profondamente solo e alla ricerca di sé stesso nelle grandi vastità di un West ormai travolto dalla moderna società americana.
"Noi siamo come erano i Comanches duecento anni fa.
Non sappiamo cosa si mostrerà con la luce del giorno.
Non sappiamo persino di quale colore sarà".
Così gli disse il padre, quasi ad invitare Grady a partire, forse a fuggire.
E il ragazzo intraprende un lungo viaggio a cavallo, insieme a Rawlins.
Si inoltrano nelle grandi distese verso il Messico, "dentro un nugolo di stelle, così che cavalcavano non sotto ma tra di esse (...), come ladri nuovamente liberi in quel nero elettrico, come giovani ladri in un giardino luminoso, male equipaggiati contro il freddo e diecimila mondi da scegliere".
Durante il percorso incontrano Blevins, un ragazzino di tredici anni, a cavallo, solitario, forse in fuga.
Si rendono conto che potrà essere fonte di guai: è impulsivo, testardo, senza giudizio, ancora un bambino.
Lo accolgono tra di loro e dopo averlo sfamato, Blevins "cominciò a togliersi i vestiti e a camminare nudo sul prato, e, passando accanto ai cavalli, si immerse nellʼacqua.
(...) I cavalli lo guardavano".
Il ragazzino si ubriaca e si fa rubare il cavallo da un gruppo di messicani; poi coinvolge i due amici per cercare di recuperare lʼanimale e il tutto finisce in una sparatoria e in un inseguimento, dal quale Grady e Rawlins si salvano a stento, perdendo comunque le tracce di Blevins.
I due giovani sembrano trovare un posto sicuro e un lavoro in una grande "hacienda"; Grady si fa apprezzare per le sue eccezionali doti di domatore di cavalli selvaggi, conosce anche la figlia del padrone, con la quale ha una storia dʼamore.
È una situazione piena di rischi, lui povero vaccaro innamorato di una ricca ereditiera.
Ed infatti Grady e Rawlins vengono arrestati dalla polizia messicana e vengono accusati di essere complici di Blevins, che incontrano nuovamente in carcere e che avrebbe ucciso un uomo.
Nel trasporto dal posto di polizia al carcere Blevins viene ucciso; nella orrida prigione messicana i due giovani vengono aggrediti e pugnalati, e solo lʼ intervento della zia della ragazza, della quale si è innamorato Glady, li salva dallʼinferno nel quale si sono cacciati.
Sembrerebbe che siamo giunti alla fine dellʼavventura, ma Grady vuole riprendere i cavalli e di conseguenza il romanzo si conclude con uno scontro a fuoco, nel quale il giovane recupera gli animali.
Dʼaltra parte cosa cʼè di più bello e di più vero di un cavallo ? "Quella notta sognò di cavalli in un terreno su unʼalta pianura dove le piogge primaverili avevano fatto crescere il prato e i fiori di campo e i fiori si diffondevano tutti blu e gialli per quanto poteva vedere nel sogno era tra i cavalli in corsa e nel sogno lui stesso poteva correre con i cavalli (...) ed essi correvano lui e i cavalli insieme fuori nellʼalta terra dove il terreno risuonava sotto gli zoccoli al galoppo (...) in una risonanza che era come una musica..."
È una storia circolare, nella quale la trama non ha un vero sviluppo, ma ritorna sempre su stessa, ossia sulla figura di Grady, la sua solitudine e disperazione.
I personaggi sono descritti in modo superficiale, in alcuni casi sono incomprensibili.
Se si vuole apprezzare il romanzo, bisogna focalizzarsi sul contrasto tra lʼessenzialità dei dialoghi tra Grady e Rawlins, scarni e minimalisti e per questo espressivi della loro condizione esistenziale, e la descrizione dei cavalli e dei magici paesaggi della grande pianura selvaggia.
Predomina sempre, tuttavia, un livello di dettaglio, che appesantisce la narrazione e annoia il lettore.
Per quanto riguarda le prolusioni sulla storia messicana stendiamo un velo pietoso.
Perché non leggerlo ? È prolisso, lungo e sconclusionato.