Gradimento Medio
e non lo rileggerei

Attesa sul mare

scritto da Biamonti Francesco
  • Pubblicato nel 1994
  • Edito da Einaudi
  • 114 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 30 settembre 2012

Lo stimolo a leggere Biamonti mi è venuto da una poesia di Montale: Riviere.
In questo capolavoro il paesaggio ligure è lʼoccasione per i ricordi, per il rammarico ed anche per nuovi sogni.
Ed anche Pietrabruna, il paese arroccato tra monti e mare dove ritorna il protagonista, evoca sentimenti contrapposti: " le colline tremavano a contatto della cupola del cielo, scosse da un blu denso e luminoso.
Ma cʼerano terre che volgevano le spalle al sole, sconfortate ( da ragazzo lo avevano fatto sognare).
I raggi scendevano dai picchi senza toccarle.
Terre in perpetuo desiderio".
Edoardo è un capitano di nave che ritorna alla sua casa, in attesa di un nuovo imbarco.
Ad accoglierlo ci sono " frane aggrappate alla collina e uliveti dentro voragini luminose ...
luce di mare (che) si saldava alle cime, ai crinali, sino a Pietrabruna": paese sempre uguale, " ma la vita dovʼera, fuori dalle sciabolate del cielo, fuori dal vento ? ".
Ad aspettarlo cʼè anche Clara, che da anni attende che Edoardo si fermi.
Il loro è un amore inconsueto tra un uomo senza radici ( come tanti marinai) e una donna solo apparentemente placida e rassegnata: " nel suo volto sinuoso e ossuto, di una dolcezza irregolare, si accordavano inquietudine e sogno".
Clara è la tipica donna ligure, costretta ad essere indipendente, e rimane nel romanzo un personaggio misterioso, incomprensibile, ricco di sfaccettature.
Edoardo è invece lineare: dietro i problemi economici nasconde il desiderio di fuga.
Ed infatti accetta un imbarco rischioso.
Deve consegnare un carico di armi in Bosnia.
Si trova a comandare una vecchia carretta.
Ben presto il viaggio si rivela una trappola, in quanto perdono i contatti con lʼarmatore e quando arrivano a destinazione Edoardo è costretto a cercare, da solo, i compratori, pur in mezzo ai cecchini e agli scontri tra le diverse bande.
Il paese bosniaco può essere simile a Pietrabruna, ma " le colline dal crinale bianco erano blu ombra dove non batteva il sole".
Ed anche la donna, che incontra e con la quale si accompagna, può essere Clara, ma aveva " occhi lievi, distanti ...
i segni di una isterilita dolcezza".
Che il paese bosniaco, di cui non cʼè detto il nome, sia lo specchio rovesciato di Pietrabruna e che, quindi, il viaggio di Edoardo non si sia svolto nello spazio, ma nella propria anima ? È una interpretazione in quanto il romanzo resta sospeso in unʼultima riflessione ermetica di Edoardo: " cʼè in ogni terra il seme della morte, si vede bene in piena luce.....
ci sono colpi di sole su terre appese".

Biamonti ha una scrittura accentuatamente lirica, più consona alla poesia che alla prosa.
Quando descrive paesaggi e personaggi della sua terra, la Liguria, il suo stile trova un equilibrio spesso felice tra narrazione e ricerca delle parole e dello consonanze.
La prima parte del romanzo ha un fascino notevole, soprattutto per chi è innamorato della Liguria, nella seconda parte lo scrittore perde di slancio e di armonia: si capisce che non è a suo agio.
Dʼaltra parte non sono lʼattualità e la storia gli interessi dellʼautore, che è invece tutto orientato a scavare nel suo mondo, nel rapporto tra luminosità del paesaggio e tormenti delle coscienze.

Perché leggerlo ? È una splendida lettura, ma non bisogna aspettarsi una trama narrativa interessante.

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