Tra i migliori che ho letto!
e lo rileggerei volentieri

Domani nella battaglia pensa a me

scritto da Marìas Javier
  • Pubblicato nel 1998
  • Edito da Einaudi
  • 283 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 13 febbraio 2005

Il romanzo narra la particolare vicenda di Victor, un ghost writer, il quale viene invitato una sera da una donna sposata, Marta; tuttavia, sul punto di fare all’amore, Marta muore e Victor, spaventato e incerto, lascia la casa senza avvisare nessuno.
Preso dal rimorso e dalla curiosità, fa in modo di venire in contatto con la famiglia di Marta: il padre, un gentiluomo madrileno, la sorella, con la quale spera di intrecciare una relazione, e il marito, un uomo dʼaffari che si trovava a Londra mentre lui era stato invitato da Marta.
Alla fine, Victor confessa di essere lui l’uomo che era in casa di Marta e, a sua volta, il marito gli confessa che era a Londra insieme con la sua amante, che gli aveva raccontato di aspettare un figlio e di voler abortire nella città inglese.
In realtà non era vero e l’uomo, in un momento di follia, ha cercato di ucciderla; la donna è fuggita e si è fatta investire mortalmente da un taxi.
Accanto a questa vicenda principale, si sviluppano due storie parallele.
Qualcuno ha raccontato a Victor che Celia, la sua ex-moglie, si prostituisce.
Una sera, a Victor sembra di riconoscere sua moglie in una prostituta di nome Victoria, che carica in macchina nell’intento di capire se si tratta di sua moglie o se invece è un’altra persona che le assomiglia.
La difficoltà a distinguere tra il vero e il falso, tra la finzione e la realtà, si ritrova nell’incontro con un uomo potente, l’Unico, che lo ha chiamato per scrivere un discorso.
In realtà Victor si presenta con il nome di un amico (unʼaltra finzione che diviene realtà); inoltre nella conversazione l’Unico manifesta la sua disperazione perché non può esprimere i dubbi e le incertezze che sono alla base della sua azione.
Nel commento al libro, l’autore ne indica il tema di fondo, che è l’inganno, ma non quello voluto (frutto di una trama razionale o dell’ipocrisia della società), ma quello che deriva dal tempo e dal ricordo.
"La più completa delle biografie non è fatta d’altro che di frammenti irregolari e di scampoli scoloriti, anche la propria biografia.
Crediamo di poter raccontare le nostre vite in maniera più o meno ragionata e precisa, e quando cominciamo ci rendiamo conto che sono affollate di zone d’ombra, di episodi non spiegati e forse inesplicabili.
..
L’inganno e la sua scoperta ci fanno vedere che anche il passato è instabile e mal sicuro, che neppure ciò che in esso sembra fermo e assodato lo è per una volta e non per sempre.
..
".
L’inganno è veramente il leit motiv del libro? Non penso che esaurisca i contenuti di questo romanzo, nel quale i personaggi si muovono in una sorta di incantamento, di dimensione irreale che è frutto di due forze fondamentali: il tempo e il ricordo.
"Quello che ci pesa, dice il marito di Marta, il brutto della cosa è che il tempo in cui crediamo quel che non era si trasforma in qualche cosa di strano, fluttuante e fittizio, in una specie di incantamento o sogno che deve essere soppresso dal nostro ricordo; ad un tratto è come se quel periodo non lo avessimo vissuto affatto".
Ed ancora "la morta che lo frequenta e lo spia e lo visita è un’altra, la sua morta che risiede nel suo pensiero come la mia abita nel mio allo stesso modo di un palpito incessante nella veglia o nel sonno, la sua misera moglie e la sua misera amante mescolate ed alloggiate entrambe nelle nostre teste in mancanza di luoghi più confortevoli, dibattendosi contro la dissoluzione e volendo incarnarsi nell’unica cosa che rimane loro per conservare il vigore e la frequentazione, la ripetizione e il riverbero infiniti di ciò che una volta fecero o di ciò che ebbe luogo un giorno: infinito, ma ogni volta più stanco e tenue".
I protagonisti di questo romanzo sono travolti dagli avvenimenti, che sembrano paradossali e imprevedibili e sottoposti a un ritmo che fa perdere la distinzione tra passato, presente e futuro.
Ma un fatto, appena passato, a sua volta si disperde e disperatamente si vorrebbe tornare indietro, si vorrebbe che i fatti non fossero avvenuti o avessero preso un’altra direzione.
Ma si vive veramente, si è veramente se stessi, o si vive all’interno di una finzione continua, in quanto la realtà non riesce a racchiudere la nostra immaginazione? In questo contesto solo la morte sembra essere un fatto reale ma la morte è l’inizio di una perdita graduale del ricordo.
È un libro importante, che viene portato avanti con un ritmo narrativo travolgente, "un rap letterario", che per essere seguito richiede di immergersi nella lettura.

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