Gradimento Medio-basso
e non lo rileggerei

Il bibliotecario

scritto da Elizarov Michail
  • Pubblicato nel 2007
  • Edito da Atmosphere Libri
  • 410 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 28 luglio 2012

" LʼURSS terrena era un grezzo corpo imperfetto, ma nei cuori dei vecchi romantici e dei bambini delle città felici esisteva separatamente il suo ideale artistico: lʼUnione Celeste.
Con la scomparsa degli spazi mentali, era morto anche lʼinanimato corpo geografico".
Il dissolvimento dellʼUnione Sovietica non è stato solo uno sconvolgente fenomeno politico ed istituzionale, ma ha generato una profonda lacerazione, psicologica e culturale, nelle coscienze.
Nella Russia attuale piccole comunità cercano di ritrovare una identità leggendo i libri di uno scrittore scomparso.
Sono sei libri, che, letti solamente nella loro versione originale, sono in grado di trasmettere sentimenti ed energie positive.
Questi gruppi, le piccole chiamate sale di lettura e le più grandi biblioteche, lottano tra loro per difendere i propri libri ed accaparrarsene altri.
Le battaglie, sempre cruente, vengono condotte secondo i modi e le regole degli eserciti medioevali, dei feudatari che dominavano nella Russia pre - zarista.
Aleksej, un giovane disorientato e senza una chiara prospettiva del proprio futuro, si trova coinvolto, suo malgrado, nelle lotte sanguinose tra le diverse comunità, in quanto eredita la funzione di Bibliotecario alla morte dello zio, che ricopriva questo ruolo in una piccola sala di lettura.
Aleksej non ha certo un animo guerriero, ma deve acquisire il coraggio e la fermezza che gli sono necessarie per condurre il suo gruppo negli scontri con le altre bande.
E in realtà il libro è un succedersi di combattimenti, descritti minuziosamente dallʼautore.
Il più importante di essi, e quello decisivo per il futuro del protagonista, si svolge in una foresta.
La piccola sala di lettura di Aleksej si è rifugiata in un villaggio, ormai abbandonato, ed in particolare nel Consiglio del Villaggio, laddove si riuniva lʼassemblea degli anziani nella Russia zarista e il soviet nel periodo dellʼUnione Sovietica.
Qui numerose bande, comandate da una vegliarda malefica, attaccano il gruppo di Aleksej cantando inni osannanti le imprese eroiche dei soldati e degli operai della Russia sovietica.
La descrizione della battaglia ricorda lʼIliade: pochi valorosi tengono testa a centinaia di assalitori, per essere poi trucidati, salvo Aleksej.
Il giovane viene catturato e condotto in una casa di riposo, di cui hanno preso possesso le anziane ospiti, rinvigorite dalla lettura dei sei libri e dopo aver massacrato il personale.Il protagonista viene rinchiuso in una cella a leggere, e a rileggere, tutti i sei libri.
Ed allora si realizza il destino di Aleksej: essere lʼicona vivente, il depositario eterno dellʼanima della grande madre Russia.
" Se è libera la Patria, inviolabili i suoi confini, significa che il bibliotecario Aleksej Vjazincev monta tenacemente la guardia nel bunker sotterraneo, instancabilmente tesse il filo del manto protettivo dellʼIntercessione steso sopra il Paese.
A difesa dei nemici visibili ed invisibili".

Sono veramente due spunti geniali lʼʼidea di piccole comunità dedite alla salvaguardia del patrimonio storico di un paese e il richiamo alla potenza del libro nel risvegliare e rinforzare le coscienze.
In un mondo frammentario e violento cosa ci rimane se non la solidarietà degli amici e la difesa del passato ? Ma ciò non può portare ad un nuovo Medioevo ? Il problema è che ben oltre la metà delle pagine del libro sono dedicate alla descrizione di scontri feroci, di combattimenti sanguinari, mentre uno spazio modesto, e sicuramente insufficiente, viene lasciato alle vicende dei personaggi e al loro rapporto con i libri.
La trama narrativa ne risente pesantemente, diventando prolissa, noiosa e ridondante.
La conclusione emerge stanca e confusa, lasciando il lettore esausto dalla lettura di troppe battaglie.
Insomma si tratta di unʼoccasione perduta.

Perché non leggerlo ? Se non si amano le scene di guerra, è meglio non leggerlo.

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