Kapuscinski è un grande reporter, che ha scritto numerosi libri di viaggio.
In questo caso narra di come è diventato reporter e di alcuni suoi viaggi in Cina, India e Africa.
Ma soprattutto parla del suo grande amore letterario, Erodoto.
Quando viaggia si porta con sé le Storie di Erodoto.
I viaggi di Kapuscinski sono a un tempo viaggi reali e viaggi nel mondo di Erodoto, al punto che è difficile distinguere la realtà attuale da quella del tempo di Erodoto.
"Più tempo passavo a leggere Erodoto, più provavo un sentimento d’amicizia e quasi d’affetto nei suoi confronti.
Mi era sempre più difficile fare a meno non tanto del libro, quanto del suo autore".
Lo affascina "per il suo modo di essere e di rapportarsi agli altri: una persona che, dovunque vada, diventa immediatamente un centro di aggregazione".
Che cosa dice Erodoto al mondo moderno? "Per Erodoto la pluralità culturale del mondo è un tessuto vivo e pulsante dove niente è dato e stabilito una volta per tutte, ma che continuamente si trasforma creando nuove relazioni e contesti".
E poi "un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta.
In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati".
"La storia è un ininterrotto succedersi di presenti e quindi il mondo non è una proprietà esclusiva dei vivi, dove i morti non detengono quote di mercato".
La lettura di Erodoto permette all’autore di esprimere i suoi sentimenti sul mondo e sulla storia: diversità, viaggio non come evasione ma conoscenza e ascolto degli altri, la storia non come descrizione di eventi trascorsi e ormai messi nella spazzatura, ma come presenza immanente "perché le imprese degli uomini col tempo non siano dimenticate".