Il romanzo tratta di una serie di delitti avvenuti a Montecarlo, commessi da uno psicopatico, che uccide una serie di personaggi famosi in preda a un delirio di vendetta e per ridare una faccia a suo fratello, nato infelice e ucciso dal padre.
Un agente americano si trova a dirigere le indagini in un groviglio di vicende collaterali e di colpi di scena.
Si tratta del classico romanzo, che riprende lo stile e il ritmo narrativo dei libri di Ludlum, Le Carrè e così via: racconto poliziesco, che non si affida all’ambientazione (in realtà ridotta all’essenziale) né a un approfondimento dei caratteri dei personaggi né infine alla suspense.
Ci si affida alla velocità della narrazione e, in questo caso, a una scrittura piacevole e piana.
È un bel libro, forse troppo lungo (come tutti i romanzi di questo genere), ridondante (per esempio, dopo la scoperta dell’identità dell’assassino sino alla sua cattura), frettoloso (come il protagonista scopre l’identità dell’assassino) e infine poco verosimile per quanto riguarda l’ultimo colloquio tra il protagonista e il generale "cattivo".
Altre pagine catturano l’interesse e l’attenzione: il primo assassinio nella barca, le telefonate alla stazione radio, la ricerca del commissario francese ad Aix en Provence e infine la cattura dell’assassino.
Finalmente anche la letteratura italiana è entrata in un genere letterario che ha avuto e ha una grande fortuna all’estero e in Italia.