Il libro è il percorso affettivo ed esistenziale di una giovane ragazza, Jane.
Orfana, vive prima presso la zia, che successivamente la manda in una scuola triste e severa, dove la bambina supera l’adolescenza per diventare una giovane insegnante.
Di sua iniziativa trova un lavoro come governante di una bambina presso un ricco possidente.
Si tratta di un personaggio inquieto, sempre in viaggio, egocentrico ed eccentrico.
Jane è diventata nel frattempo una ragazza non bella, piccola e apparentemente fragile, ma dal carattere molto forte.
Nasce unʼattrazione reciproca tra Jane e il ricco possidente, che chiede la mano della ragazza.
Al momento del matrimonio si scopre, tuttavia, che l’uomo è già sposato con una pazza.
Jane, a quel punto, rifiuta qualsiasi compromesso e fugge senza un soldo in campagna.
Viene ospitata presso la casa di un pastore e delle sue due sorelle diventando maestra in una scuola per poveri.
Il pastore, ammirato dalla volontà e dalle capacità di Jane, le chiede di diventare sua sposa e di andare con lui in missione.
Jane capisce che non è vero amore e decide di abbandonare la casa e di ritornare presso la casa del ricco possidente per scoprire cosa è successo.
La storia finisce bene, in quanto è morta la moglie del ricco possidente e quindi i due si possono sposare e vivere felici e contenti.
L’altro tema che emerge è la critica agli uomini apparentemente devoti e pii, ma in realtà ipocriti e cattivi.
E poi sullo sfondo la natura, ricca di suggestioni e il mondo delle suggestioni e dei fantasmi: la paura della bambina, il senso dell’ignoto, la voce che chiama al destino.
La scrittrice è molto brava nelle descrizioni e nell’esame psicologico dei personaggi, ma la lunghezza dei dialoghi e la loro banalità rendono pesante e noiosa la lettura.