Il libro raccoglie tre romanzi, che hanno come protagonista Héctor Belascoaràn.
Il primo romanzo, Giorni di battaglia del 1986, racconta il cambiamento di vita del protagonista: da ingegnere, sposato e funzionario di una grande azienda a detective alla ricerca di clienti e, di propria iniziativa, alla caccia di uno strangolatore.
In realtà, la ricerca dello strangolatore è un modo per trovare sé stesso, per fuggire da una vita che era sprofondata " piano piano nellʼoblio di una corsa accelerata, una corsa automobilistica in cui gareggiava pur senza saperlo, una maratona di coglioni che percorrevano i quarantadue chilometri prescritti lungo strade che non erano neppure asfaltate di recente".
Si tratta di un romanzo apparentemente di genere " noir" ma in realtà introspettivo, in qualche modo un percorso di liberazione da una condizione borghese e perbenista diventata ormai troppo stretta.
E sullo sfondo compare già il vero soggetto dei romanzi: il Messico ed in particolare città del Messico, una città violenta, che " si nutre di carogne".
Nel secondo romanzo, Il Fantasma di Zapata del 1992, lo scrittore, e il protagonista, hanno preso sicurezza.
Il ritmo narrativo si è fatto più veloce, le frasi sono diventate secche ed essenziali, e Héctor è ora un detective che combatte una società ingiusta, dove tutti, cominciando dai poliziotti, sono corrotti e violenti.
Il protagonista è trascinato suo malgrado in tre vicende: cercare Emiliano Zapata che sarebbe ancora vivo, indagare sullʼomicidio di un importante dirigente dʼazienda in pieno scontro sindacale ed evitare che una adolescente si suicidi.
Ed Héctor svolge questi incarichi " con la voglia di credere a tutto, desideroso di vedere Zapata, che doveva avere ormai novantasette anni, irrompere al galoppo nella tangenziale in sella a un cavallo bianco, in mezzo a una raffica di proiettili".
Nel terzo romanzo, Qualche nuvola del 1992, Héctor si riposa in un isola caraibica, quando vede sua sorella e capisce che " sarebbero arrivati cambiamenti e lui era stanco, svogliato, arruffato, trasandato, desideroso di birre, di boleri e di rumore dellʼandirivieni delle onde.
Voleva la sua palma solitaria, i tramonti e qualche rara nuvola rotonda, bonacciona in cielo".
Il suo senso di giustizia è più forte della pigrizia e si trova coinvolto in una storia di mafie, di criminalità e di poliziotti corrotti, contro i quali combattere come un guerriero solitario.
Il riferimento è senza dubbio Raymond Chandler, anche se Héctor non è cinico come Marlowe.
Soprattutto fa senza pretese, così per caso, il detective solitario e giusto.
" Ascolta, vecchio Paco, disse Héctor spegnendo la sua ultima Delicado nel portacenere di latta, io, non sono poi questo gran detective.
Lʼunica cosa certa è che non sapendo scrivere storie, mi infilo in quelle degli altri.
Io da solo, contro il sistema, figurati ! Sono cinque anni che affino la mira, e con la calibro 38 non prendo un elefante a dieci metri.
Sono sciancato, quando piove zoppico, ieri mi sono trovato in testa i primi capelli bianchi, sono più solo di un cane randagio.
Mi incazzo come te, mi rode il pensiero di come si è ridotta questa nazione.
Sono messicano come chiunque altro".
Cosa mi dici adesso ? Faccio il detective perché mi piace la gente".
Perché leggerlo ? Il primo romanzo è pesante ma gli altri due si leggono con piacere.
E soprattutto piace la passione civile del protagonista, senza retorica, come qualsiasi messicano.