Gradimento Medio
e non lo rileggerei

Stoner

scritto da Williams John
  • Pubblicato nel 1965
  • Edito da Randomhouse
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 12 aprile 2014

Il romanzo narra lʼignota carriera di un professore di letteratura inglese.
William è lʼunico figlio di una modesta famiglia contadina.
A costo di gravi sacrifici i genitori lo hanno mandato a studiare scienze agrarie, nella speranza che un giorno tornasse con quanto appreso per migliorare la gestione della terra.
Allʼuniversità il giovane Stoner si innamora della letteratura, e dei libri.
Soprattutto sceglie la protezione delle sicure mura dellʼuniversità.
Come gli disse un amico: "nel mondo saresti stato sempre in procinto di avere successo, ma saresti stato distrutto dai tuoi fallimenti.
Così hai scelto, sei stato scelto; la provvidenza ....
ti ha strappato dalle morse del mondo e ti ha piazzato in salvo qui, tra i tuoi fratelli...
Chi sei tu ?.
Un semplice figlio della terra, cosa pretendi di te stesso ? " Le parole sono profetiche di quella che sarà una vita banale: un progressivo ritirarsi nella mediocrità, mettendosi in un cantuccio, accettando la sconfitta prima ancora di lottare, senza pretendere molto dallʼesistenza.
Si sposa per scoprire subito che non è amato, eppure non si ribella; si fa carico di un debito esorbitante per il suo modesto stipendio, pur di comprare la casa desiderata dalla moglie; ed è sempre questʼultima che decide di restare incinta, dandogli una figlia, che, tuttavia, William non può amare come vorrebbe e gli diviene ben presto estranea.
Tutto accetta il nostro protagonista per il quieto vivere, per una pigra tranquillità.
Si innamora di una giovane insegnante, che ricambia il suo amore.
Ma quando il preside della facoltà lo invita a dare una svolta alla relazione, cosa fa il nostro "coraggioso" William ? "Egli si appoggiò alla poltrona e guardò il basso, buio soffitto che era stato il cielo del loro mondo.
Disse con calma: se gettassi tutto via, se smettessi e me ne andassi, tu verresti con me, non è vero ? Si, ma tu sai che io non lo farò, è vero ? Si lo so....
Perché allora, Stoner spiegò a se stesso, ...
noi entrambi diventeremmo qualche cosʼaltro, qualche cosʼaltro di noi stessi.
Saremmo niente".
E come tutti quelli che mettono "la testa sotto la sabbia", William è ben contento che la giovane amante se ne sia andata senza dirglielo e che "non gli abbia lasciato una nota dʼaddio per dire cose che non potevano essere dette".
È meglio vivere allʼinterno delle mura dellʼUniversità di Columbia, dove William era entrato studente, era diventato professore e sarebbe andato in pensione, il più tardi possibile.
Non importa se nel frattempo nella vita reale si susseguono eventi epocali, che travolgono lʼesistenza di milioni di individui: la prima guerra mondiale, la crisi degli anniʼ30, la seconda guerra mondiale e il duro dopoguerra.
Come succede a molti intellettuali è sufficiente pensarli, non viverli.
Non ci stupisce allora come sfiori un libro in punto di morte.
I libri gli hanno dato quella sicurezza che ha cercato per tutta la vita e per la quale ha rinunziato a vivere realmente.

Nella sua introduzione John McGahern afferma che Stoner è "un vero eroe" perché "egli diede testimonianza di valori che sono importanti...
La cosa importante nel romanzo per me è il senso di Stoner per una missione.
Insegnare per lui è una missione....
la sua missione gli diede un particolare tipo di identità e lo fece ciò che era".
Per lʼinsegnamento Stoner ha rinunziato a tutto.
Ma siamo sicuri che si possa essere un buono insegnante astenendosi dal lottare per le persone amate, dal combattere per il proprio paese, dallo stare vicino alla terra dei propri genitori, ossia educare gli altri senza vivere noi stessi ? E non lo pensava in questo modo anche William ? Alla fine della sua vita riconosce infatti che "aveva voluto essere un insegnante, e lo era diventato; tuttavia sapeva, lo aveva sempre saputo, che per la maggior parte della sua vita egli era stato indifferente ...
Senza passione, razionalmente, contemplava il fallimento che la sua vita deve apparire che sia stata...
Che cosa ti aspettavi ? Egli si chiese."Lʼambiente universitario non deve ingannare.
La vera storia del romanzo è lʼeterna vicenda di chi preferisce una vita mediocre ad unʼesistenza intensa, relazioni abitudinarie e tranquille a rapporti sentimentali turbolenti ma profondi.
Insomma chi sceglie lʼindifferenza e la chiusura in sé stessi (la fuga nei libri ?) e non si lascia invece travolgere dagli avvenimenti e dagli affetti.

Il romanzo è considerato un capolavoro, oggi dopo cinquantʼanni dalla sua pubblicazione.
Che siano scaduti i diritti dʼautore ? Non si capisce infatti quali siano i motivi per ritenerlo un capolavoro.
Certo la scrittura è molto elegante e grammaticalmente perfetta, da ottimo professore dʼinglese.
È peraltro banale così come noiosa risulta la trama.
Infastidisce in particolare questo piccolo mondo accademico.
Non è uno spicchio del mondo.
È come se si leggesse della serafica vita di un monastero medioevale mentre i barbari imperversano: è un microcosmo inutile.
È vero che siamo nellʼera degli anti eroi, ma, perdio !, un poʼ di storie vere e di personaggi ricchi di personalità !

Perché leggerlo ? Si legge bene, ma lascia poco.

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