Gradimento Medio-basso
e non lo rileggerei

The Golden Notebook

scritto da Lessing Doris
  • Pubblicato nel 1962
  • Edito da Harper Perennial
  • 576 pagine
  • Letto in Inglese
  • Finito di leggere il 06 gennaio 2011

Siamo a metà degli anniʼ cinquanta in Inghilterra.
Anna è una scrittrice, che vive con le royalties di un suo libro di successo, ambientato in Africa durante la seconda guerra mondiale.
Divorziata, dopo un breve matrimonio senza amore, è madre di una bimba ed è amica di Molly, anchʼessa divorziata da un uomo ricchissimo e madre di un giovane ventenne.
" Libere donne", indipendenti, che si devono far carico dei figli, ma destinate alla solitudine, alla relazione con uomini, che non sanno rispondere alle esigenze femminili: " le emozioni delle donne si conciliano bene con un tipo di società che non esiste più.
Le mie profonde emozioni, quelle più vere, riguardano le mie relazioni con gli uomini.
Un solo uomo.
Ma non vivo quel tipo di vita, e conosco poche donne che lo vivono.
Dovrei essere come un uomo, curarmi più del lavoro che della gente; dovrei mettere il mio lavoro davanti a tutto, e prendere gli uomini come vengono, o trovarne uno banale ma benestante per avere un sostegno economico, ma io non lo farò, non posso essere così".
Anna non riesce più a scrivere e si rivolge quindi ad una psicoanalista, che le consiglia di tenere un diario.
" The golden notebook" è composto da quattro quaderni: nero, riguarda Anna la scrittrice, rosso per la politica ( Anna è iscritta al Partito Comunista Britannico), giallo, per le storie fuori dallʼesperienza reale, e blu che cerca di essere un vero diario.
Si apre una spirale nella quale la realtà si confonde con lʼimmaginazione, una sorta di discesa nella profondità della coscienza.
Il tutto fluisce inaspettato, perché " le cose che sono importanti nella vita avanzano furtivamente, di sorpresa, uno non se la aspetta, non si dà forma nella mente.
Si riconoscono quando appaiono, è così".
II libro diviene una sorta di scatola, che quando si apre, " invece di cose splendide, cʼè una massa di frammenti e di pezzi.
Non una cosa intera, rotta in frammenti, ma pezzettini da ogni parte, da tutto il mondo ....
vedere la massa di frammenti orribili era così doloroso che io non potevo guardare e chiusi la scatola".
Ma che cosa cʼè di così terribile nella coscienza ? La dissoluzione dei rapporti tra gli uomini, il dolore che contraddistigue, inesorabilmente, le relazioni tra gli individui, il caos in un mondo che va verso la distruzione, e quindi la solitudine nel caos, dalla quale sembra che lʼunico rimedio possibile sia lʼaridità delle emozioni, crearsi una difesa rispetto alla distruzione dei rapporti umani, alla loro riduzione alle sole forze " della proprietà, del denaro e del potere".
È una sofferenza esistenziale e cosmica quella di Anna, che non può che portare alla pazzia.
Ma alla fine del percorso, Anna capisce che lʼancoraggio per salvarsi è nei rapporti più profondi, quelli dellʼaffetto e della cura.
Alla fine di un brano di grande tensione, una semplice frase è lʼalternativa alla morte: " Posso sentire Janet ( la figlia di Anna) salire le scale".

Si tratta di un libro molto complesso, anche dal punto di vista filosofico, che può essere letto da tanti punti di vista: lʼesaurirsi nella speranza del futuro, nelle grandi ideologie; la conclusione di un percorso politico e letterario, di affermazione dellʼindipendenza della donna, che era iniziato con i personaggi femminili di Jane Austen e finisce con la profonda solitudine di Anna, che, in un passaggio senza dubbio sconvolgente per quando è stato scritto il libro, afferma di preferire la masturbazione al sesso con uomini incapaci di amare; il tema della psicoanalisi e quindi della scoperta del proprio inconscio, la letteratura come immaginazione ma anche ricerca di sé stessi, come ricordo e nostalgia.
Ciò che rende attuale il libro è la riflessione sugli effetti sulla coscienza individuale di un mondo in distruzione, la capacità della scrittrice di cogliere come la mancanza di una speranza più generale abbia un impatto devastante sulle relazioni stesse tra gli uomini: non ci si salva rinchiudendosi in una dimensione familiare nè tuttavia si può fare affidamento a vecchie ideologie.

La narrazione è sorretta da un stile elegante e piacevole alla lettura.
La struttura su più livelli del racconto avrebbe richiesto una grande capacità di mantenere una costruzione compatta alla narrazione, che si è invece frammentata e dissolta.
La stessa ricchezza intellettuale, se fonrisce spesso spunti interessanti di riflessione, non favorisce la frugalità e lʼessenzialità del racconto.

Perché non leggerlo ? Si reggono alcune pagine, ma la lettura complessiva risulta pesante e prolissa.

Altre recensioni che potrebbero interessarti

Orlando Furioso

Ariosto Ludovico

Giustizia

Durrenmatt Friedrich

Berlin

Geda Fabio Magnone Marco

Washington Square

James Henry