Aleksandr Bogdanov, pseudonimo del rivoluzionario bolscevico Aleksandr Malinovskij, scrisse nel 1906 Stella Rossa, un romanzo di fantascienza, in cui il socialismo reale era stato realizzato pienamente sul pianeta Marte. Con una capacità profetica eccezionale, immagina che la nuova società modellata secondo l'utopia marxista non si era rivelata estranea all'imperialismo, volendo colonizzare la Terra dopo averne sterminata la popolazione. Leonid, il protagonista di Stella Rossa, si oppone al progetto ed è spedito sulla Terra per punizione; finisce in manicomio. Il collettivo Wu Ming prefigura un possibile sviluppo. Denni, l'esile figlia di Leonid, scende sulla Terra per cercare il padre e va proprio da Bogdanov, il quale, oltre che scrittore, è filosofo e scienziato. L'uomo si trova dinanzi a una <<strana ragazza che sembra un ragazzo. Denti bianchissimi e perfetti. Le orecchie molto piccole, ben sagomate. Pallida, forse troppo>>. Siamo nel 1927 e Bogdanov si è rinchiuso nella sua clinica e non vuole più essere coinvolto in vicende rischiose per le prime purghe staliniane. Si ripara dietro la finzione: sulla base di allucinazioni del povero Leonid, ha inventato una storia di fantascienza, ambientata su Marte perché é il pianeta rosso. Da qui il romanzo potrebbe prendere tante direzioni: libro nostalgicamente ideologico di una utopia, quella comunista, che si può costruire solo in un altro pianeta; ricerca di Denni del padre in questa Terra sconvolta dalle guerre, dalle repressioni e dalle carestie; presa di coscienza di Bogdanov che Leonid non era matto e il suo libro rispecchiava una società reale. Quest'ultima strada sarebbe stata la più interessante e avrebbe portato alle visioni inquietanti di Philip Dick. E invece i Wu Ming proseguono tra disgressioni storiche e un'esile trama, non sorretta da colpi di scena e da efficaci descrizioni degli ambienti e dei personaggi. Dispiace che nel 2018 questi bravi scrittori siano ancora inviluppati dentro le delusioni della mancata rivoluzione mondiale e avvinti dal fascino di protagonisti ormai svaniti dopo un secolo di storia.
Il collettivo Wu Ming è formato da cinque scrittori: in molti casi riescono ad amalgamarsi, dando origine a una narrazione unitaria sotto il profilo storico e narrativo (si veda la recensione in questo sito di "L'Armata dei Sonnambuli"). Qui l'operazione non è riuscita, forse perché le vicende e i personaggi sono troppo vicini a noi in termini emotivi e politici rispetto a quelli narrati nell' Armata dei Sonnambuli, racconto ambientato durante la rivoluzione francese. Il pregio del romanzo è di spingerci a leggere Stella Rossa.
Perché non leggerlo? Noioso.