Saverio Lamanna era il portavoce di un importante uomo politico ed è stato licenziato brutalmente dopo che aveva scritto un comunicato stampa secondo il quale il suo capo era d'accordo con la liberalizzazione della cannabis. Fu un errore o Saverio desiderava lasciare un lavoro che non gli piaceva più? Non sappiamo, comunque fu costretto a lasciare Roma per tornare a vivere in Sicilia, nella casa dei genitori nel piccolo e tranquillo villaggio di Màkari, vicino alla più famosa località di San Vito Lo Capo. E' la casa dove aveva trascorso la sua infanzia, casa amata dalla madre venuta a mancare alcuni anni prima. Il libro è formato da quattro racconti, già pubblicati da Sellerio in precedenti raccolte; brevi storie che hanno lo stesso filo conduttore: "spesso cerchiamo il gioco grande, ma invece il gioco a volte è piccolo". Se pensiamo all'idea che abbiamo della Sicilia dove qualsiasi cosa è ricondotta alla mafia, Saverio ci parla di una Sicilia più vicina a noi di quanto potremmo supporre. E' lo stesso approccio di altri scrittori siciliani, come Andrea Camilleri e Cristina Cassar Scalia (si veda la recensione di "Sabbia Nera" in questo sito). C'è da chiedersi se la ricerca di crimini normali non contribuisca a distrarre l'attenzione dalla lotta alla mafia, anche se si comprende l'insofferenza verso stereotipi e grossolane letture della Sicilia.
Nel primo racconto, "Il lato fragile", un noto protagonista della guerra contro la mafia è stato ucciso da un ragazzo, un fragile giovane che vive presso un sacerdote, anche lui antagonista della società mafiosa. Potrebbe sembrare un crimine di mafia o a sfondo sessuale. Sarà vero? In "Il fatto viene dopo", un amico di Saverio è stato licenziato dall'impresa dove lavorava da molti anni; chiede a Saverio, divenuto nel frattempo un noto scrittore, se può raccontare la sua triste vicenda: "c'è ancora qualcuno che crede nei libri, proprio ora che non servono quasi più a niente". Ma una cosa è fare letteratura ed un'altra cosa è la vita reale dove i fatti possono finire male. Nel terzo racconto ("La regola dello svantaggio") la casa di Saverio è stata affittata per l'estate a sua insaputa: vuole andare a fare una denuncia alla polizia, ma l'astuto agente immobiliare gli fa presente che è meglio non applicare la regola dello svantaggio, così come avviene nel calcio quando il gioco continua dopo un fallo. Saverio dovrebbe spiegare perché si è fatto dare i soldi in nero, i turisti francesi dovrebbero testimoniare e avrebbero un cattivo ricordo delle vacanze siciliane, ne avrebbe un danno il turismo dell'isola se si sapesse della truffa: è meglio non fare nulla "così tutti sono contenti". Insieme con questa tipica vicenda italiana Saverio scopre che un ricco e anziano signore non è morto per cause naturali ma è stato ucciso con una overdose di insulina: è stato il figlio o la bella e giovane moglie? Il titolo dell'ultima novella ("E' solo un gioco") potrebbe essere volto in domanda perché dietro una innocente squadra di calcio si nasconde un torbido segreto che può condurre al delitto.
Savatteri è uno scrittore penetrante e ironico. Il crimine è un' occasione per parlarci con leggerezza dell'Italia, senza prendersi sul serio e non sperando di cambiare qualcosa. I personaggi sono descritti molto bene, l'ambiente siciliano (Palermo, Màkari e la sua spiaggia, la mitica cucina dell'isola) è descritto in modo affascinante, forse ci sono troppi dialoghi. spesso ripetitivi e noiosi. Il limite di fondo è che non ci sono suspense e mistero, gli ingredienti di base di qualsiasi intrigante racconto di Noir.
Perché non leggere i racconti? Noiosi, lunghi e senza suspense, anche se a tratti divertenti.