Se il premio Strega ha premiato il miglior libro dell’anno, bisogna dire che la letteratura italiana è messa molto male.
Il libro ha due spunti interessanti.
Il tema del lutto con la difficoltà a sentire il dolore per la morte di una persona cara.
Il protagonista, infatti, ha perso la moglie ma vive in una condizione di sospensione (da qui il titolo caos calmo) in quanto non è sconvolto dal dolore ma non riesce neanche a riprendere la vita normale.
Infatti, e qui è il secondo spunto interessante, decide di passare le giornate fuori dalla scuola della figlia.
In questa attesa si sviluppa la sua vita con una serie di incontri: la cognata e il fratello, i colleghi di lavoro interessati dalle conseguenze di una fusione aziendale in corso, i proprietari dell’azienda e lo stesso compratore dell’azienda e altri personaggi minori.
Il protagonista è indifferente rispetto a tutto ciò che succede e continua ad attendere che qualche cosa sblocchi la situazione di sospensione.
Sarà poi la figlia a fargli notare che i compagni la prendono in giro per la sua continua presenza fuori dalla scuola e sarebbe quindi opportuno che ritornasse alla vita normale.
Gli spunti di partenza sono quindi interessanti ma si perdono nella banalità e nella superficialità degli episodi, che tra di loro non hanno un legame chiaro tanto da rendere la storia frammentaria, prolissa e inconcludente.
L’espediente narrativo di raccontare in prima persona con un rincorrersi di frasi e di parole che dovrebbero dare il senso della successione illogica dei pensieri si traduce in un ritmo noioso e pesante, che non riesce a entrare in profondità nelle situazioni e nei sentimenti.
I temi si sovrappongono facendo perdere la questione centrale rappresentata dalla elaborazione del lutto.