Gradimento Medio-basso
e non lo rileggerei

Enrico di Ofterdingen

scritto da Novalis
  • Pubblicato nel 1802
  • Edito da Mondadori
  • 172 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 14 gennaio 2016

"Quando numeri e figure non saranno più la chiave dʼogni creatura, quando quelli, che cantano o baciano, ne sapranno più dei dotti, quando il mondo tornerà alla vita libera, e tornerà nel mondo, quando poi luce e ombra sʼuniranno di nuovo in autentico chiarore, e si conosceranno, in favole e poesie, le eterne storie del mondo, allora davanti a una sola parola segreta, sparirà lʼesistenza assurda".
Questi versi esprimono "nel modo più dolce lo spirito che anima" il libro di Novalis: un percorso spirituale, prima ancora che fisico, conduce un giovane a comprendere come solo la poesia sappia portare a sintesi le dicotomie che travagliano il mondo (bene e male, luce e ombra, pace e guerra, uomo e natura); a quel punto "irromperà la libertà", ma con essa avrà fine unʼesistenza, che ha senso solo se è alla continua ricerca di un equilibrio con sé stessa e con il mondo.
Contemporaneo di Goethe e di Kant, al culmine dellʼilluminismo, Novalis è un animo irrequieto, che non si appaga delle vecchie e delle nuove verità.
Per esprimere questo bisogno di qualcosʼaltro, lʼautore immagina che nella Germania medioevale il giovane Enrico intraprenda un viaggio, dalla casa paterna a quella dei genitori della madre, dalla Tubingia fredda, industriosa e banale, alla Svevia, calda, piena di lusinghe e di passioni.
In un sogno propiziatore Enrico si ritrova immerso in una natura magica, nella quale "nuove immagini, mai viste prima, (...) sembravano un dissolversi di affascinanti fanciulle.
(...) Lo assalì un dolce torpore, (...) Ciò che però lo attrasse fu un fiore alto dʼun azzurro luminoso, (...) questo iniziò a muoversi e a trasformarsi; le foglie si fecero più scintillanti, (...) il fiore si chinò verso di lui e i petali mostrarono unʼampia corolla azzurra in cui fluttuava un tenero viso".
Che cosa rappresenta il fiore azzurro, irraggiungibile e tuttavia avvolgente ? Unʼaspettativa, che si potrà specificare solo attraverso le diverse tappe del viaggio ed i suoi personaggi: i mercanti, che lo accompagnano prendendolo a tutela e raccontandogli storie fantastiche; i crociati con la loro esaltazione della guerra; la giovane schiava orientale e le ingiustizie subite; il minatore, che gli fa capire la complessità e la grandezza della natura; ed infine lʼeremita, la cui saggezza dimostra come solo nella solitudine sia possibile conseguire la pace interiore.
In ciascuno di questi episodi e personaggi cʼè ancora una bivalenza di opposti sentimenti e contrastanti situazioni: lo spirito non si è ancora ricomposto in unità.
Ciò avviene allʼarrivo in Svevia, dove non solo Enrico incontra lʼamore, la giovane Matilde, ma soprattutto ascolta una lunga fiaba.
Ricca di spunti mitici e simbolici, di disgressioni oniriche e speculative, la fiaba parte dalla distruzione dellʼarmonia celeste ad opera dello scrivano del re, una sordida personificazione dellʼintelletto.
Lo scrivano ha conquistato il dominio del mondo, liberandosi di Sofia (la saggezza) e di Eros (lʼamore).
Spetterà a Favola, personificazione della poesia, riportare pace e ordine nel mondo, congiungendo Eros e Sofia, amore e saggezza.
"Non tarderà a lungo il bello straniero.
Il calore sʼavvicina, lʼeternità inizia.
(...) La fredda notte lascerà questi luoghi solo quando Favola otterrà lʼantico diritto.
(...) Fondato è il regno dellʼeternità, nellʼamore e nella pace termina la lotta, trascorso è il lungo sogno di dolore.
Sofia è, in eterno, sacerdotessa dei cuori".

Lʼopera non è poesia né prosa, ma si colloca al confine tra i due generi letterari; è un opera giovanile e incompiuta, in quanto Novalis è morto nel 1801 a solo trentʼ anni.
Ha avuto una grande influenza nella letteratura tedesca, perché premonitrice del romanticismo, con il suo stile intenso ed evocativo e per la sua concezione quasi panteista della natura.
Al di là di queste considerazioni, cosa resta di questa opera così particolare ? Proprio il messaggio di fondo, ossia lʼidea che senza un sentimento forte non sia possibile dare armonia al Mondo.
Per esempio, cosa manca oggi allʼUnione Europea, una costruzione istituzionale complessa e pure di successo, visto che ha garantito la pace allʼEuropa ? Proprio la mancanza di una visione, di grandi aspirazioni, insomma della poesia.
La solidarietà e la saggezza non sono sufficienti a rompere gli steccati nazionalistici se non sono sostenuti da una grande spinta ideale.

Ricca di disgressioni poetiche lʼopera di Novalis si perde spesso in dialoghi e narrazioni a forte connotato filosofico; tutto ciò fa perdere ritmo allʼintero racconto, il quale si riduce spesso a riflessioni sul mondo e sulla vita.
Tanta è la voglia di dire e così forte il ricorso al mito, ai simboli, persino allʼesoterico, che la lunga fiaba, perno centrale del libro, risulta di difficile comprensione in tutti i suoi risvolti narrativi ed espressivi.

Perché leggerlo ? È breve, affascinante e dà molti spunti di meditazione.

Altre recensioni che potrebbero interessarti

Le Locataire

Simenon Georges

La vie d’Euripide

Delcourt Marie

For whom the bell tolls

Hemingway Ernest

L’Abyssin

Rufin Jean Christophe