Che fatica! Si tratta di un libro estremamente noioso e talmente ricco di intellettualismi da far perdere il senso e la direzione della lettura.
Herzog, uno studioso del romanticismo, è stato lasciato dalla sua seconda moglie.
Entra in una fase di delirio, fisico e psicologico, vaga tra New York e Chicago e immagina di avere una corrispondenza con personaggi della sua vita e con studiosi e letterati.
Alla fine si ritira nella sua casa in campagna e cade in un silenzio assoluto: "questa volta non aveva messaggi per nessuno.
Niente.
Non una singola parola".
L’ultima frase del libro racchiude il suo significato profondo: la verbosità che nasconde la perdita di senso.
Per 340 pagine (per 13.
600 righe) l’autore porta avanti un racconto totalmente frammentario, senza un ritmo narrativo, ma ricco di aggettivi e di "parentesi".
Il post-modernismo sommerge sia il piano filosofico del libro che quello personale: tutto è confuso e non esistono una metafisica e una sicurezza alla quale ancorarsi.
Non è il matrimonio, che è fonte di tradimenti e di infelicità (la figura di Madeleine), non sono le relazioni affettive al di fuori del matrimonio (Ramona, che si aspetta comunque una relazione continuativa), non sono le città, ridotte ormai a meri luoghi di appuntamento e di riposo, non è soprattutto la filosofia e la letteratura, che costituiscono spesso un inutile orpello e una pesante sovrastruttura.
Forse sono i figli e la famiglia d’origine gli unici legami che contano in un mondo confuso e spezzato nella sua unicità.
"Il dramma di questo stadio dell’evoluzione umana sembra essere.
..
l’età di una speciale commedia.
..
.forse la vendetta presa dai numeri, dalla specie sui nostri impulsi di narcisismo (ma pure sulla nostra domanda di libertà) è inevitabile.
In questo regno di moltitudini, l’auto coscienza tende a rivelarci a noi stessi come mostri".
Nella prefazione al libro Malcolm Broadbury sottolinea due importanti aspetti di Herzog.
Il libro è stato pubblicato nel 1964 e il suo stile narrativo e la sintassi del periodo aprono un filone letterario che è oggi dominante: il dissolvimento della struttura del romanzo.
Molti scrittori moderni (pensiamo allo stesso Paul Auster) sono profondamente influenzati da Saul Bellow.
Il romanzo non ha più una sua compiutezza e unicità, ma è un insieme di "zig-zag" che riflettono la frammentarietà e la contraddizione che dominano l’individuo, l’auto-coscienza e la società.
Con il romanzo non si cerca di dare una rappresentazione verosimigliante del mondo, ma si persegue, come disse Saul Bellow nel suo discorso a Stoccolma in occasione della consegna del premio Nobel, "una capanna nella quale lo spirito prende riparo".
Il secondo aspetto è quello filosofico.
Herzog litiga con il pensiero moderno e si muove nel mondo delle idee.
Il suo disordine interno è soprattutto dovuto a una angoscia esistenziale che non trova risposta in un mondo dominato dalle metropoli, dalla massa, dalla scienza, dal potere organizzato.