Tra i migliori che ho letto!
e lo rileggerei volentieri

La pelle

scritto da Malaparte Curzio
  • Pubblicato nel 1964
  • Edito da Vallecchi
  • 493 pagine
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 24 dicembre 2008

Il libro è ambientato durante la seconda guerra mondiale, durante l’avanzata degli americani: a Napoli e poi negli ultimi capitoli a Roma e a Firenze.
Malaparte è ufficiale di collegamento tra gli americani e gli italiani.
E da qui nasce il contrasto tra una società giovane e semplice (quella americana) e una ormai decadente e in sfacelo (quella europea).
Al di là dei temi legati alle vicende immediatamente successive all’armistizio (lo sgretolamento della società italiana, la guerra civile, il vendersi in tutti i modi ai nuovi conquistatori, quello che Malaparte chiama la nuova "peste"), in realtà il romanzo è particolarmente attuale.
Emerge un pessimismo profondo sul futuro degli europei, un senso di disfacimento, di marciume e di morte, con episodi quasi inverosimili ma che corrispondono a una società che non esprime più un senso del futuro, nella quale è tutto possibile.
Il "nuovo" portato dagli americani scatena qualcosa che era nascosto nella società europea, ne distrugge le fondamenta proiettandola in una dimensione grottesca, amorale e inquietante.
Occorre sperare che succeda un fatto straordinario (l’eruzione del Vesuvio) per distruggere questa società.
Questo romanzo non rispecchia anche la realtà attuale? Esprime le caratteristiche più profonde della società europea: il suo decadentismo, l’accondiscendenza verso i potenti, la ricerca del tornaconto anche a rischio di compromettere ciò che si ha di più caro, la volgarità e l’ignoranza dominante.
Il libro è sicuramente molto attuale e lo stile così immaginoso e ricco esprime molto bene questo senso di decadenza e di disfacimento.
La parte migliore non è costituita dai colloqui né dalla trattazione dei personaggi (in realtà molto piatti e convenzionali), quanto dalle descrizioni delle situazioni e dai brani che esprimono il sentimento dell’autore: brani che sono sempre caratterizzati da ritmi lirici e da una ricerca del meraviglioso, che sembrano richiamare la letteratura italiana del cinquecento (l’Ariosto?).
In questo senso lo stile del libro è in forte contrasto con la letteratura successiva, che risentirà fortemente di quella americana e ricercherà temi intimistici (Moravia) neo realisti (Pavese, Vittorini ecc.
) e fantastici (Calvino, Buzzati), che sono completamente estranei a Malaparte.
Se confrontiamo alcuni romanzi recenti della stessa letteratura anglosassone ci accorgiamo che il libro di Malaparte è molto moderno.

Altre recensioni che potrebbero interessarti

Le Locataire

Simenon Georges

Io uccido

Faletti Giorgio

Dove sei stanotte

Robecchi Alessandro