Gradimento Medio-basso
e non lo rileggerei

Neve sottile

scritto da Tanizaki Jun’ichiro
  • Pubblicato nel 1948
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 02 giugno 2008

Siamo in Giappone in un arco cronologico che va dagli anni immediatamente precedenti alla seconda guerra mondiale sino all’inizio del conflitto.
In una situazione di preoccupazione e di crescenti ristrettezze economiche, si sviluppa una vicenda familiare, la storia di quattro sorelle.
Un’antica famiglia, ormai decaduta, si è divisa in una casa principale, che si trasferisce a Tokio e alla quale competono le decisioni fondamentali della famiglia, e un ramo secondario, che vive a Osaka e fa perno sulla protagonista, una delle sorelle: Sachiko.
La donna si fa carico della responsabilità delle due sorelle minori, una che non riesce a trovare marito per la sua timidezza e scontrosità, e l’altra, più moderna ed emancipata, che svolge un lavoro di artista e intreccia un insieme di relazioni amorose, anche con uomini di livello sociale inferiore alla famiglia.
Il romanzo è un insieme di piccoli episodi, con una linea narrativa apparentemente frammentata, ma che sviluppa proprio sulla descrizione dell’intimità di una famiglia giapponese, della contraddizione tra tradizione dei costumi e dei valori da un lato e modernità occidentale dall’altro.
Le donne vestono in kimono, ma anche in abiti occidentali, si va a teatro a vedere antiche rappresentazioni giapponesi ma si divorano i libri e i film occidentali.
Anche la ragazza più ribelle, una delle sorelle minori, che vorrebbe andare in Francia a imparare la sartoria, frequenta una tradizionale scuola di danza e acquisisce notorietà realizzando bambole giapponesi.
Le regole della tradizione non riescono a racchiudere e irrigidire gli affetti familiari.
I ripetuti tentativi matrimoniali di Sachiko per una delle sorelle minori falliscono in quanto la donna non si sente di contrastare la volontà e il carattere della sorella.
Gli scandali provocati dall’altra sorella trovano poi perdono e benevolenza da parte di Sachiko.
L’amore tra le sorelle e tra i familiari è più forte di qualsiasi regola e imposizione.
Si potrebbe pensare che il contesto sia costituito dalla guerra, che alla fine debba irrompere nel romanzo (quasi una sorta di Guerra e Pace).
Non è così: la guerra resta sempre sullo sfondo, poco menzionata, e ciò che interessa soprattutto sono i problemi intimi, la ricerca della serenità e dell’equilibrio dei protagonisti.
Solo le lettere degli amici occidentali che hanno lasciato il Giappone richiamano il sopraggiungere di un conflitto militare, di cui, però, non si ha ancora piena consapevolezza.
L’autore vuole forse rassicurare il lettore (si ricordi che è stato pubblicato a dispense durante la guerra) o avanza una sottile critica al familismo, all’eccessiva attenzione ai sentimenti individuali e alle relazioni amicali, che portano a tardare a prendere coscienza di ciò che sta capitando.
Sarebbe interessante se ci fosse stato un seguito al romanzo, per conoscere il comportamento dei personaggi durante l’ultima fase del conflitto, sotto i bombardamenti.
Il vero contesto del romanzo è costituito dai costumi e dai valori della società giapponese, descritti in tanti momenti ma sintetizzati nella natura, per esempio le gite della famiglia a vedere i ciliegi in fiore.
La pace, l’ordine, la serenità che traspare dalla natura contrastano sia con la complessità dei sentimenti e delle vicende, che con il crescente emergere della guerra.
Il romanzo si sviluppa lentamente, con una notevole povertà di azioni perché tutto giocato sui particolari.
Alla fine risulta prolisso, anche se non noioso, talvolta ripetitivo.

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