Gradimento Medio-basso
e non lo rileggerei

This side of Brightness

scritto da McCann Colum
  • Pubblicato nel 1998
  • Edito da Bloomsbury
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 23 giugno 2019

Nel cercare un senso a questo intenso e confuso romanzo mi è venuto in mente la Gerusalemme Liberata, una metafora di  una purificazione collettiva ed individuale che dovrebbe condurre alla resurrezione. Anche per McCann il tunnel, vero protagonista del racconto, rievoca un cammino in fondo al quale dovrebbe esserci la luce. Ma come i cavalieri di Torquato Tasso non possono raggiungere la santità  a causa di sé stessi ("vivrò fra i miei tormenti,(..) forsennato, errante: temerò me medesimo"), così per l'autore ogni ombra di noi stessi conduce ad un'altra ombra, ogni tunnel ad un altro tunnel. Come scrive Amelia Rosselli, "fermi ad un destino sempre semovente o irriconoscibile, tra gli alti pini stentati, tra le tante altre cose di cui non scriviamo purché riusciamo a viverle, fra le tende del camping v'erano infatti i soliti traditori: me stessa travisata da imperatore povero, (...) ho disfatto tutti i tunnel della contr' ora" ( da Documenti)): non si esce dalla depressione, non c'è speranza. La questione è che McCann vorrebbe trattare questo tema esistenziale all'interno di una struttura narrativa tradizionale. Ed infatti il racconto prende le mosse dalla costruzione del grande tunnel subacqueo necessario per realizzare la metropolitana di New York. Siamo all'inizio del novecento: l' opera è gigantesca, i mezzi tecnici sono rudimentali, le condizioni di lavoro pesanti e difficili, i rischi altissimi. Al tunnel lavora Nathan Walker: un robusto uomo di colore, "le grandi braccia, il tozzo torace, il fascio di muscoli, (...) felice ed infelice quanto basta, sufficientemente solitario, in prevalenza solo, Walker è capace, come un uomo che spende molto tempo con sé stesso, di ridere forte senza un'apparente ragione".  L'uomo si prende cura della figlia appena nata di un amico vittima di un grave incidente di lavoro. L'affetto per la bambina si trasforma con gli anni in amore, un uomo avanti negli anni sposa una ragazza molto giovane, un negro si unisce ad una bianca. Questo tema viene abbandonato dall'autore (ed allora perché introdurlo ?) o forse si allude alla contaminazione tra differenti età ed etnie come un peccato che è all'origine di una serie di disgrazie: la moglie muore travolta da un auto, il figlio si vendica assassinando l'investitore e viene poi ucciso dalla polizia, la nuora si dà alla droga e muore di overdose, il nipote, Clarence Walker, cade nella depressione quando assiste alla morte o suicidio del nonno. E' veramente troppo ! Accanto a questa storia, sinceramente inverosimile, emerge lentamente il vero tema del romanzo:  Clarence Walker (per molte pagine chiamato "Treefrog", una rana che vive sugli alberi) si è nascosto in un tunnel tra i senza dimora, e si è fatto una tana in un luogo inaccessibile, raggiungibile solo con una spericolata passerella. "Ogni cosa sta nella più pura oscurità così che può difficilmente vedere persino il palmo della mano di fronte al viso. E poi c'è un lento venire di un insieme di tunnel e sprazzi di luce e può vedere attraverso le ombre. Ascolta i movimenti e la paura scende giù per la pancia e si deposita nel fegato": ricordi, ritratti evanescenti, un passato non più reale, solo sognato con nostalgia, in una spietata indifferenza. E com'è l'amore nel tunnel, metafora della nostra vita ? " Le unghie di Angela strisciavano lungo la sua schiena, lasciando delle tracce nella pelle, e il movimento del loro respiro rapido rapido rapido rapido, una spinta selvaggia da entrambi, finché tutto si disfaceva in lunghi affanni di respiro, lento lento lento lento, e poi tutte e due potevano giacere là in attesa di qualcosa di più". Come un buon romanzo americano ci deve essere un lieto fine: è tuttavia troppo appiccicato per darci sollievo, dopo la fatica di giungere alla fine del racconto, caparbiamente.

La scrittura è il pregio del libro ed è ciò che lo sostiene. In una trama disordinata, con personaggi descritti in modo superficiale, senza mai approfondire le innumerevoli curve della narrazione, il lettore deve lasciarsi avvincere dalle parole, dalla sintassi, dalla capacità di evocare sentimenti, immagini, condizioni umane. Si rimane ammirati dinanzi ad alcune sottili citazioni, come il termine "funhouse darkness" , che richiama la canzone della cantautrice americana P!nk: "ballo per questa casa vuota ci demolisce ti butta fuori urlando nei corridoi girando tutto intorno ed adesso noi cadiamo .....

Perché leggerlo ? E' faticoso ma la scrittura è affascinante.

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