Si tratta di due brevi racconti, che, cosa usuale per Fante, hanno come ambiente la tipica famiglia italiana.
Nel primo racconto, giunge un telegramma che annuncia la morte di un cugino, un ragazzo che era stato compagno di giochi di Mike, uno dei tanti fratelli della famiglia.
Si sviluppa una scena molto divertente, nella quale, mentre la mamma piange per il dolore della sorella, che ha perso un figlio, i ragazzi si contendono il telegramma al punto di distruggerlo, aprendo, di conseguenza, la discussione su come è morto il cugino e quale sarà la data del funerale.
La scena si sposta al funerale, al quale partecipano la mamma, Mike e suo fratello più piccolo, il narratore.
Ciò che colpisce i ragazzi è che lo zio non piange la morte del figlio, mentre tutti i parenti, in particolare le donne, si scatenano in lamenti e grida.
Mike, in particolare, ha paura di avvicinarsi allo zio, in quanto teme che per la sua somiglianza con il cugino morto, possa essere oggetto di astio.
Ed è proprio la visione di Mike, di ciò che poteva essere anche suo figlio, che rompe la chiusura del lutto e spinge lo zio a piangere: "stavano seduti.
Mike sorseggiava goloso un frappé, e zio Frank gli stava davanti, col viso nelle mani e grandi lacrime scivolavano dalle sue guance e cadevano sul tavolo, mentre guardava Mike e il suo frappé".
Nel secondo racconto Jimmy ritorna a casa dei genitori, dal quale se ne era andato dopo una lite burrascosa con il padre.
Si ripropone la scena di una classica famiglia italiana: la mamma ha preparato una buona cena con i dolci che piacciano a Jimmy e spera che tutto vada bene, senza liti e discussioni; il padre fa finta di aver dimenticato, è disoccupato e dopo la cena se ne va all’osteria come tutte le sere; i fratelli accolgono con entusiasmo il fratello maggiore, ma ripropongono poi la vita di tutti i giorni dalla quale Jimmy si sente ormai escluso.
La conclusione non può che essere: "mi alzerò e butterò via la sigaretta, e avrò voglia di essere con lei (la fidanzata), non qui, in questa dannata insignificante città dimenticata da Dio".
I racconti, soprattutto il primo, sono molto belli.
Lo stile è quello tipico di Fante, elegante, dolce e scorrevole.