Sconsiglio vivamente
e non lo rileggerei

The Casual Vacancy

scritto da Rowling J.K.
  • Pubblicato nel 2012
  • Edito da Little, Brown and Hachette
  • Letto in Inglese
  • Finito di leggere il 19 gennaio 2013

Una scrittrice di successo decide di abbandonare il suo genere per inoltrarsi in altri filoni narrativi.
Come succede spesso, questo tentativo si rivela un clamoroso insuccesso.
La critica ne dà, invece, un apprezzamento molto positivo: sulla rivista Internazionale il romanzo è stato recensito con il massimo dei voti, cinque stelle.
Sono io che non ho capito le qualità del libro o sono le attese di profitto delle case editrici a determinare i giudizi ? Lʼidea alla base del racconto è interessante.
Siamo in una piccola cittadina inglese, percepita dai suoi abitanti come " unʼisola felice", dove la buona borghesia pensa di poter vivere in modo confortevole e sereno, isolata dai problemi del mondo moderno.
Peccato che nel recente passato un grande proprietario abbia venduto un appezzamento di terreno sul quale è stato costruito un quartiere popolare, i cui problemi sociali impattano negativamente sul presunto benessere della cittadina.
Inoltre, su proprietà del Comune, viene gestito un centro per tossico dipendenti, con tutti i disagi ne conseguono.
Ebbene, la morte improvvisa di un consigliere, di forte sensibilità sociale e quindi favorevole al mantenimento del centro, è lʼopportunità per cambiare le maggioranze nel consiglio comunale, chiudere il centro e trasferire il quartiere popolare alla città vicina, che potrebbe essere interessata a sua volta per modificare i propri equilibri politici.
Si scatena la corsa per conquistare il posto, reso vacante nel consiglio comunale.
Ci si sarebbe aspettato un racconto di forte impronta sociale e politica, con i suoi intrighi ed eventuali colpi di scena.
Non è così.
Il racconto procede stancamente con la narrazione delle diverse famiglie coinvolte, i rapporti tra i coniugi, le relazioni tra genitori e figli, lʼambiente scolastico e così via.
Nella prima parte del romanzo il lettore si perde nei personaggi, che sembrano tutti avere lo stesso peso nella struttura narrativa.
Successivamente il libro diviene meno noioso e meglio delineato, in quanto alcuni personaggi, generalmente i " figli", inviano email diffamatorie sul sito del Comune, non per ragioni politiche ma per sfogare in qualche modo rancori e voglia di ribellione.
Sarebbe stata unʼidea interessante, ma anche questa si perde nel nulla.
Alla fine, il lettore si trova con unʼedizione romanzata di " Desperate Housewives", che chiude, perché qualsiasi romanzo deve finire, in modo lacrimevole, così da permettere qualche lacrimuccia.

Lʼautrice scrive molto bene, in un inglese elegante e moderno ad un tempo.
Anche se si accetta lʼapproccio psicologico del romanzo ai problemi sociali, stupisce il modo generico con il quale vengono affrontati temi molto complessi, come quelli dei rapporti intergenerazionali e dei minori in famiglie ad alto disagio sociale.
Il punto più debole è la struttura narrativa.
Innanzitutto la trama è dispersiva, frammentata e priva di azioni.
Come è possibile che unʼautrice così esperta non sia stata capace di dare unitarietà e dinamicità alla narrazione ? In secondo luogo, la scrittrice non disegna una gerarchia di personaggi, alcuni più importanti intorno ai quali gira il racconto e sui quali sviluppare gli eventuali approfondimenti psicologici, esistenziali e sociali.
Tutti i personaggi sono sullo stesso piano, restando superficiali e perdendo il lettore in molteplici filoni narrativi.

Perché non leggerlo ? È noioso, banale e inutilmente lungo.

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