Il libro è una favola moralistica.
Un industriale dell’800 si trova scaraventato alla corte di Re Artù.
Cerca di introdurre una cultura industriale e capitalistica, che è vista dall’autore come largamente superiore perché più razionale ed efficiente, di quella imperante nel medioevo.
Il tentativo fallisce miseramente per l’opposizione della Chiesa e per un sortilegio di mago Merlino che addormenta il protagonista.
La storia vorrebbe essere divertente e si rivela noiosa e pedante.