Gradimento Medio
e non lo rileggerei

The Adventures of Tom Sawyer

scritto da Twain Mark
  • Pubblicato nel 1876
  • 299 pagine
  • Letto in Inglese
  • Finito di leggere il 10 novembre 2024
Tom Sawyer è un ragazzino che vive con la zia in un piccolo paese di campagna sulle rive del Mississippi.  Mark Twain lo introduce in questo modo: << era tornato a casa appena in tempo utile per aiutare Jim, il piccolo ragazzo di colore, a tagliare la legna per l'indomani e spaccare i fuscelli per la cena.-- almeno aveva il tempo per raccontare a Jim le sue avventure mentre Jim faceva tre quarti del lavoro. (...) Se egli fosse stato un grande e saggio filosofo, come l'autore di questo libro, avrebbe adesso compreso che il Lavoro consiste in qualunque cosa una persona è obbligata a fare, e che Giocare consiste in qualunque cosa una persona non è obbligata a fare>>. Tom non ha chiara questa differenza e prende per cosa seria una vita spensierata e libera, passando dalla malinconia, che lo spinge a desiderare di morire temporaneamente, per far sentire la sua mancanza, a un mondo fantastico, in cui sogna di essere un pirata o un bandito. E così con i suoi amici fedeli, in particolare il vagabondo Huckleberry Finn, detto Huck, s' inoltra in una serie d'imprese, dalla vita da pirati in un'isola in mezzo al fiume a vagare di notte nel cimitero, assistendo a un omicidio, sino a mettersi alla ricerca dei tesori, che sicuramente bande di ladroni hanno nascosto. Questa vorticosa attività non impedisce a Tom di fare la corte a Becky, una ragazzina di buona famiglia, coinvolta anch'essa nelle sconsiderate avventure di Tom. E' inutile raccontare la storia, a tratti involuta e banale ma mai noiosa: è più interessante soffermarsi su due peculiarità del romanzo. La prima è l'ambiente contadino; con lieve e affettuosa ironia Mark Twain descrive la scuola, dove domina l'autoritarismo del maestro, le riunioni religiose con i sermoni noiosi e moraleggianti del pastore, l'esilarante rituale del saggio annuale, quando gli allievi migliori presentano un loro componimento all'intera comunità. Si può sorridere, come fa Mark Twain, dell'inglese forbito, fatto di parole che i più probabilmente non capiscono, dei valori puritani e bigotti, dell'istruzione imposta a forza; emerge, comunque, un forte spirito comunitario, che pare superare anche le differenze di classe. E' una società bianca, placida nei propri valori, con un unico e chiaro confine: la discriminazione verso i neri, i quali restano sullo sfondo, pur contribuendo all'economia agricola del piccolo paese; si può essere solidali con il vagabondo Huck, non con il servo Jim. L'altro aspetto interessante è dato dalle capacità affabulatorie di Tom. A differenza dei protagonisti di altri romanzi di formazione, Gian Burrasca o Jim dell'Isola del Tesoro (si vedano le recensioni del "Giornalino di Gian Burrasca" e di "Treasure Island" in questo sito), sorprende la dialettica di Tom, di come riesce a gestire la zia, profittando del suo amore ingenuo, di come circuisce gli amici, convincendoli ad avventure e vincendo la loro ritrosia, di come persuade Becky a seguirlo in situazioni pericolose e intime, paradossali per una società così bigotta. E quando Mark Twain dice che può fermarsi a scrivere la storia di un Ragazzo, perché <<il racconto non potrebbe andare molto avanti senza divenire la storia di un Uomo. (...) Quando si scrive di giovani, ci si deve fermare dove è meglio>>, forse intende dire che l' innocente astuzia di Tom diverrebbe una colpevole capacità di ingannare, come spesso succede tra gli adulti. Nel mondo fantastico di Twain è meglio continuare a giocare con i piccoli sotterfugi degli adolescenti.

Di là del personaggio e della storia, il valore letterario di Tom Sawyer risiede nella scrittura, attenta al dettaglio, magicamente realista, lievemente ironica. Si prenda come esempio questo brano, che descrive il risveglio di Tom nell'isola dei pirati immaginari: <<quando Tom si svegliò all'alba, si chiese dov'era. (...) Ora, lontano tra gli alberi un uccello chiamava; un altro rispondeva; adesso si udivano distanti i colpi di un boscaiolo. (...) Un piccolo verme verde veniva strisciando sopra una soffice foglia, sollevando due terzi del suo corpo in aria di tanto in tanto e "annusando in giro", (...) poi procedendo di nuovo, (...) e quando il verme gli si avvicinò, spontaneamente, lui rimase immobile come una pietra, (...) poi (...) quando cominciò un viaggio sopra di lui, il suo cuore era tutto contento. (...) Ora una processione di formiche apparve da chi sa dove. (...) Una coccinella a macchie marrone saliva la vorticosa altezza di un filo d'erba (...) e Tom si chinò giù vicino e disse, "coccinella, coccinella, vola via a casa, la tua casa è in fiamme, i tuoi bambini sono soli>>. Sono prodigi di un mondo abitato di notte dagli spiriti e la Natura pare ancora dotata di un'anima. E che dire della descrizione della scuola, scandita da quel ripetitivo "showing off" (in italiano ostentare o vantarsi) ? Tutti gli insegnanti "se la tirano" <<e soprattutto il grande uomo (il direttore) sedeva e trasmetteva un regale sorriso severo su tutta la casa, e scaldava se stesso al sole della sua grandezza -- perché anche lui stava "vantandosi". E' una condanna definitiva per tutte le aule in cui non sono gli alunni al centro ma gli insegnanti! L'atmosfera magica e la critica alla scuola portano la mente alle Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi e al capolavoro di Rodari, "le Avventure di Cipollino" (si vedano le recensioni in questo sito).

Perché leggerlo? Libro per ragazzi ma pure rappresentazione della società bianca americana, prima della grande recessione.


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