Gradimento Medio
e non lo rileggerei

Berlin I fuochi di Tegel

scritto da Geda Fabio e Magnone Marco
  • Pubblicato nel 2015
  • Edito da Mondadori
  • Letto in Italiano
  • Finito di leggere il 23 luglio 2021
Nella Berlino ancora divisa dal muro un virus ha sterminato gli adulti. Gli unici superstiti sono le ragazze e i ragazzi di età inferiore ai diciott'anni, dopo questa età anche a loro spetta il destino dei grandi. "Il cibo se lo procuravano cacciando: avevano imparato a costruire tappe per conigli; a scavare buche in cui far cadere cinghiali e cervi. (...) Si erano impadroniti degli orti urbani e con gesti goffi e inesperti cercavano di averne cura. (...) Non era stato facile. Avevano sofferto, soprattutto il primo inverno. Ma poi avevano imparato a cavarsela". Come scrive Francesco Petrarca, "e 'l rimembrare et l'aspettar m'accora"; i nuovi padroni di Berlino vivono in un continuo e sofferto oscillare tra il ricordo, sempre più evanescente e immaginato, e la realtà, il presente orfano dei genitori. "Io, quando cerco di concentrami sulla loro faccia, la vedo tutta sfocata. Però sento le loro voci. E ogni tanto, nell'aria, mi sembra ci sia il profumo dei vestiti di mia madre." Come scrive Ryszard Kapuscinski nell'ultimo capitolo di Ebano (si veda la recensione in questo sito), dissolvere la memoria del proprio ieri significa diventare "gente senza passato, ossia nessuno. Quegli uomini perderebbero ciò che li univa, sparpagliandosi ognuno per la sua strada, da solo." In "Berlin" non c'è futuro soltanto perché sanno che tutti moriranno al compimento del diciottesimo anno d'età. Le ragazze e i ragazzi vivono senza una prospettiva perché non può esserci utopia se si è soli. Cercano nel gruppo quel legame che permetta di dare un senso all'esistenza, evitando nel contempo di interferire con gli altri clan, in particolare con quelli che hanno valori e regole profondamente differenti. Ed è per rispetto di questa norma generale di coesistenza che Sven, leader carismatico dei Gropius, decide di non aiutare le ragazze di Havel nel  riprendersi Theo, un neonato rapito dai terribili ragazzi di Tegel. "Sven guardò Nora con dolcezza, gli ricordava una sua compagna di classe, di cui si era innamorato in un'altra vita. (...) Collaborazione. Solidarietà. Non erano queste le regole? Sven strisciò gli occhi lungo le pareti macchiate, quindi a terra, e infine li agganciò ai propri piedi. Sapeva che quelle parole erano state sue, solo due anni prima. All'inizio del nuovo mondo."  Ma allora aveva ragione Tegel quando irrideva i ragazzi di Gropius che volevano replicare la società dei genitori? "Carne giovane, pericolo, eccesso: ecco la rivoluzione di Tegel, la loro risposta alla crudeltà del destino. Il loro modo di negare che il virus avesse spento una stagione straordinaria della vita, quella in cui la forza del corpo viene sostituita dalla consapevolezza e dall'esperienza". Siamo a un bivio:  dobbiamo scegliere tra un mondo di solidarietà e convivenza o scivolare pazzamente nel tunnel tenebroso della cieca forza. E' l'inizio di una battaglia dalla quale potrà nascere una nuova umanità.

Il lettore non deve farsi sviare da quanto ho scritto. "Berlin" non è un saggio di filosofia morale, è un romanzo d' avventura, una sorta di storia cavalleresca, ricca di colpi di scena e di personaggi, alcuni dei quali impareremo ad amare nel proseguimento del racconto (il libro è il primo di una saga). Partendo dal punto di vista degli adolescenti, Geda e Magnone approfondiscono le forze sottostanti alla turbolenza giovanile (il continuo oscillare tra amicizia ed anarchia, il distacco e il legame con i genitori, l'attrazione e la paura del rischio) e pongono noi adulti dinanzi ad un quesito: noi latitanti e indifferenti, spetterà ai nostri figli e nipoti trovare da soli la propria strada? Saranno costretti a lottare per un mondo migliore senza di noi? E viene voglia di continuare nel racconto, per la storia e per sapere chi ha ragione: la pazzia di Tegel o la solidarietà di Gropius, o entrambi.

La scrittura è pressoché perfetta, anche troppo. Non emergono peculiarità, nel lessico così come nella sintassi, capaci di affascinare e di dare ritmo inconsueto alla narrazione. I personaggi sono sospesi nel ruolo che ricoprono nel gruppo, senza personalità e storie proprie. 

Perché leggerlo? Avventuroso, particolare e profondo.


Altre recensioni che potrebbero interessarti

Il lato oscuro della Luna

Geda Fabio e Magnone Marco

L'orecchio di Kiev

Kurkov Andrei

Capitan Tempesta

Salgari Emilio

Io sono dio

Faletti Giorgio